Nel 2020 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione che ha reso il 20 maggio la Giornata mondiale delle api. Questa ricorrenza ogni anno, assume sempre più rilevanza anche in virtù del fatto che le api e, in generale, tutti gli impollinatori sono alcuni tra gli esseri viventi che fanno registrare uno tra i più preoccupanti tassi di estinzione. La nazione che per prima si è mobilitata per far riconoscere questa celebrazione è la Slovenia, cosa che non dovrebbe stupire visto che è stata proprio questa terra a aver dato i natali a Anton Janša, insegnante di apicoltura presso la corte imperiale di Vienna, che nel 18° secolo ha completamente rivisto i metodi di apicoltura gettando le basi dell’apicoltura moderna.
Minacce concrete
Un rapporto ISPRA pubblicato nel 2019 recita: “In Europa quasi la metà delle specie di insetti è in grave declino e un terzo è in pericolo di estinzione, inoltre, il 9% delle specie di api e farfalle è minacciato di estinzione (IUCN, 2015) e il 37% delle popolazioni di api sta diminuendo drasticamente. Il declino della popolazione delle farfalle è arrivato al 31%”. Sebbene non ci siano studi completi sull’argomento, gli esperti sono concordi nel ritenere che non vi sia un’unica causa al declino degli impollinatori ma che, anzi, la minaccia arrivi dall’azione sinergica di una serie di fattori. L’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) ne ha individuati alcuni tra i più importanti e tra questi figurano: il cambiamento nell’uso del suolo (inteso come sviluppo delle monoculture e delle tecniche di agricoltura intensiva), l’uso di pesticidi, l’inquinamento ambientale, l’introduzione di specie esotiche invasive, i patogeni (che generano vere e proprie morie di massa negli allevamenti) e i cambiamenti climatici.
La tutela delle api in Europa
I dati scientifici non sono gli unici a non essere confortanti sul fronte api. Nel 2020, infatti, si è conclusa la prima decade della strategia europea per la biodiversità che molto aveva insistito sulla salvaguardia degli impollinatori. Ad oggi, non sono presenti report ufficiali che restituiscano i risultati delle campagne operative della strategia per la biodiversità ma sembrerebbe che le forze dispiegate in campo non siano bastate a invertire la rotta.
Notizie più confortanti giungono da un’altra iniziativa europea, che però è solo all’inizio della sua attuazione e si concentra sugli impollinatori selvatici. Tra i fini principali:
- Migliorare la conoscenza del declino degli impollinatori, delle sue cause e conseguenze
- Affrontarne le cause
- Aumentare la consapevolezza, coinvolgere la società in generale e promuovere la collaborazione
Il valore economico degli impollinatori
Le api hanno un ruolo ecologico di primo ordine nel Pianeta. Infatti, l’impollinazione è da considerarsi a tutti gli effetti un servizio ecosistemico, ossia uno di quei benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano in maniera totalmente gratuita. Si stima che ben il 78% delle specie di fiori selvatici e l’84% delle specie coltivate in UE dipende, almeno in parte, dagli insetti per la produzione di semi; senza contare che l’impollinazione naturale, quindi tramite insetti o altri animali, permette anche di ottenere una maggiore varietà e una migliore qualità di frutta, verdura, frutta secca e semi.
È doveroso ricordare che l’operosità di questi insetti non solo permette di portare dell’ottimo cibo sulle nostre tavole ma contribuisce attivamente alla produzione di farmaci, biocarburanti, fibre e materiali da costruzione. L’impatto economico generato dagli impollinatori, solo in Europa, è attestato a 15 miliardi.
Cosa possiamo fare?
Se un giorno l’uomo dovesse destarsi in un mondo senza gli impollinatori sarebbe meglio per lui sperare di trovarsi ancora nel mezzo di un incubo. Infatti, prima di tutto sarebbe economicamente più povero, successivamente si riscoprirebbe in difficoltà con il garantire a sé stesso i normali pasti e, infine, da sveglio, dovrebbe prendere atto di aver perso gran parte della bellezza presente sul Pianeta
Per poter coltivare speranze non velleitarie, ci sono delle piccole azioni che ciascuno può fare. Tra le varie iniziative nate negli anni ce n’è una nuovissima lanciata in tutta Europa da Slow Food: si chiama #FlowerBombChallenge e, oltre ad essere meritoria, ha pure il vantaggio di esser assai simile a una di quelle burle innocenti che a volte fanno i bambini e lasciano piacevolmente sorpresi.
Durante la settimana della giornata mondiale delle api Slow Food invita tutti a disperdere nei luoghi della propria città le Flower Bomb, ossia un mix solido di semi di fiori selvatici autoctoni, argilla e terriccio che possono essere lasciate nei luoghi incolti per contribuire a contrastare la crisi degli impollinatori. Forse, considerando anche la goliardia sottesa ad un gesto dal sapore vagamente sovversivo, vale la pena di tentare, se non altro per sentirsi, pacificamente, dei “rivoluzionari ambientali”