di Avv. Fabiana Latte
Andare in libreria e negli scaffali trovare al posto de “I promessi sposi”, una copertina che richiama il romanzo manzoniano. La differenza? Il titolo. Nonostante la copertina in perfetto stile vintage, richiama a tutt’altra trama giungendo ai giorni nostri modificata in “I promessi morsi”. Altro romanzo ben noto alla nostra cultura letteraria è “Romeo e Giulietta” rivisitato e corretto in “Romeo and Juliet and Vampires”. Giulietta diventa la figlia di una famiglia di vampiri e Romeo il figlio di una famiglia di cacciatori di vampiri (!!!), liberamente, senza dover ricorrere a nessuna autorizzazione o permesso.
Sono tutti romanzi che al posto dei protagonisti originali che conosciamo e ci hanno accompagnato in tutti questi anni, anche nei banchi di scuola, trovano una rivisitazione differente, potendola ben definire vampiresca.
Sarà forse un modo per donare a tutti i protagonisti dei racconti la famigerata immortalità? Ma che cosa accade?
La spiegazione possiamo trovarla nel nostro caro diritto di autore. Difatti, anche se non in tutti i paesi la disciplina è la stessa, in Europa il diritto di autore dura 70 anni oltre la fine della vita dell’artista. Si può parlare di una vera e propria “scadenza dei diritti”.
Il decorso dei 70 anni dalla morte del proprio autore, comporta immediatamente la perdita dei diritti sull’opera in modo tale da rendere i relativi contenuti liberamente fruibili e riproducibili. L’opera sin dalla sua nascita, è sottoposta al diritto del suo autore. Tale diritto si suddivide in diritto morale dell’opera e in diritti economici. I primi sono inalienabili, imprescrittibili e irrinunciabili, cioè seguono l’opera durante tutta la sua esistenza. I secondi, invece, sono legati all’uso che viene fatto dell’opera e sono alienabili, prescrittibili e rinunciabili. La loro prescrittibilità comporta che, il decorrere di un determinato periodo di tempo, faccia venir meno la loro esistenza. L’opera, in tal modo, diviene di pubblico dominio.
In Italia, i diritti di autore riconosciuti ad artisti, interpreti ed esecutori sulle interpretazioni musicali solo nel 2013 sono stati estesi ai 70 anni. Armonizzando la disciplina vigente in Europa. La normativa che nel nostro Paese ha introdotto “la protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo utilizzo” è la legge del 22 aprile 1941, n. 633 e sue successive (e svariate) modifiche.
Negli Stati Uniti si è partiti da una durata di 14 anni, al massimo rinnovabili per ulteriori 14, fino ad arrivare nel 1998, all’estensione del diritto di autore ai 70 anni dalla morte dell’autore dell’opera. In Canada, invece, detto periodo è ancora più breve: 50 anni.
All’inizio del nostro 2015, pertanto, le svariate opere dei grandi autori, da pittori a scrittori, si son viste liberate dalle loro tutele connesse alla disciplina del copyright.
Il primo pensiero va immediatamente al famoso scrittore Antoine de Saint-Exypery, noto soprattutto per aver scritto “Il piccolo principe”. All’oggi, la storia del nostro principe e della sua rosa diviene liberamente riproducibile e gratuita. L’eccezione del caso di specie, però, riguarda parti dell’opera come il titolo, i protagonisti e le illustrazioni che saranno protette dal “trademark”, che vincola l’utilizzo di dette immagini solo a fronte dell’acquisto della licenza dalla società.
Ma vi sono altre opere che saranno libere dal copyright. Immediatamente ci viene in mente il famosissimo pittore Edvard Munch. Ebbene da quest’anno “L’urlo” e tutti gli altri dipinti di Munch saranno di pubblico dominio in Europa. Potranno essere riprodotte pedissequamente senza dover riconoscere alcunché al suo autore, deceduto nel 1944.
Tutti , quindi, potranno consumare, usare o modificare tali opere senza dover chiedere alcuna autorizzazione..
Pensiamo, ora, alle colonne sonore di noti film, che all’oggi potranno essere utilizzate anche per accompagnare ulteriori e diversi fotogrammi di altre pellicole. Cole Porter, cantautore e autore dei più grandi musical di Brodway, ad esempio. In Canada, dal 1° gennaio 2015 le sue partiture e i suoi testi saranno di pubblico dominio e riutilizzabili per essere messe in scena come negli anni Trenta.
Sullo scenario artistico-culturale l’ultimo pensiero va a Ian Flemming e a Sir Arthr Conan Doyle. Rispettivamente, i papà dell’agente più famoso del mondo e dell’investigatore più abile e intuitivo al mondo.
Chiunque potrà reinterpretare le avventure di Sherlock Holmes o scriverne di nuove, liberamente ad eccezione però, così come sancito dalla Corte statunitense, dei dettagli delle vite dei protagonisti. Bisognerà aspettare almeno fino al 2022. E l’autore di 007? Flemming che era un giornalista, scrittore e, durante la seconda guerra mondiale, comandante della Naval Intelligence della marina militare inglese, trasse dalla propria vita i numerosi spunti che hanno dato vita al suo James Bond. Che il decorso dei 70 anni (o 50 in paesi dove è diversa la disciplina) porti a una vampirizzazione del nostro più noto e amato agente segreto?