II PARTE: GLI OPPIACEI. La morfina, alcaloide dell’oppio, fu scoperta nel 1806 dai chimici delle armate napoleoniche e lanciata inizialmente come cura per gli oppiomani, in libera vendita. Si diffuse poi durante le guerre (la guerra civile americana e la guerra franco-prussiana del 1870) per la cura dei feriti, infine dilagò come farmaco di uso comune fra tutti gli strati della società. Per tutto l’Ottocento era di gran moda, nei più eleganti salotti europei frequentati da artisti, letterati, politici e filosofi, bucarsi pubblicamente e regalare astucci firmati dagli orafi più famosi con siringhe in oro e in platino. Il morfinomane era visto dall’oppiomane come un eretico, individualista impenitente che abbandona le venerabili tradizioni dell’oppio, rinunciando a tutto il valore simbolico-religioso della pratica.
L’eroina, derivato semi-sintetico che si ottiene per acetilazione della morfina, fu sintetizzata nel 1874 nei laboratori della Bayer e messa in commercio come rimedio contro il dolore nel 1898 con il nome “eroina” (che sostituisce il nome chimico “diacetilmorfina”), che deriva dal tedesco “heroish” ed indica una sostanza capace di dare forza ed eroismo. La Bayer nascondendo completamente il problema della dipendenza, già diffusasi fra i chimici che l’avevano sperimentata su di sé, la lanciò in commercio con slogans sicuramente allettanti: “calma ogni sentimento di timore”, “anche dosi minime fanno sparire ogni tipo di tosse anche fra i tubercolotici”, “cura i morfinomani”. Ben presto ci si accorse della sua elevata capacità di indurre dipendenza. L’Harrison Narcotic Act, del 1914, la sottopose a controllo, ma ciò non riuscì a impedire il suo diffondersi e il vero e proprio boom che conobbe negli anni Settanta come scappatoia dai problemi della società. Negli anni Cinquanta, William Burroughs ne canta le virtù ne “La scimmia sulla schiena”. Lou Reed in una strofa della celebre “Heroin” cantava, “perché quando l’eroina comincia a scorrere, davvero non mi importa più di niente, di tutti voi poveri idioti di questa città e di tutti i politici che emettono suoni pazzi, e di tutti questi corpi morti ammucchiati in tumuli…”.