ALCAMO (TRAPANI), 3 APRILE ’13 – La Direzione investigativa antimafia ha sequestrato la bellezza di un miliardo e 300 milioni di euro all’imprenditore siciliano Vito Nicastri, soprannominato il “re dell’eolico”. L’imprenditore 57enne dovrà rispettare l’obbligo di soggiorno ad Alcamo, comune di residenza. Questa confisca è la più cospicua mai effettuata in Italia, come spiegato dal direttore della Dia, Arturo De Felice, l’ex questore di Ancona. Non si esclude che su questo patrimonio si nasconda il numero uno di Cosa Nostra, il boss latitante Matteo Messina Denaro. A coordinare l’attività della Dia nel maxi-sequestro ci sono la procura di Trapani e i magistrati della Direzione antimafia di Palermo. Sigilli a società e partecipazioni societarie legate alla produzione di energia elettrica con fonti alternative, beni immobili tra cui ville, palazzi e terreni, auto, motocicli e barche, ma anche conti correnti, depositi titoli, fondi di investimento.
Un elettricista in ascesa. L’escalation di Nicastri è stata studiata dagli uomini della Dia che hanno ricostruito la vita di un elettricista diventato imprenditore “grazie alla contiguità consapevole e costante agli interessi della criminalità organizzata”. Gli inquirenti hanno parlato di una dinamica di affari “tumultuosa” e di “rapporti intrattenuti anche con società lussemburghesi, danesi e spagnole”. Il tutto reso possibile dalla “la vicinanza ai più noti esponenti mafiosi” che avrebbero consentito all’elettricista-imprenditore di assumere la leadership nel settore dell’eolico in Lombardia, Lazio, Calabria e Sicilia occidentale. Il direttore della Dia ha inoltre, evidenziato come ci sia una consistente sperequazione tra i beni posseduto da Nicastri e i redditi dichiarati. E ancora: gli inquirenti hanno studiato i procedimenti penali, la realizzazione e la vendita (chiavi in mano) di parchi eolici e fotovoltaici con ricavi milionari. Secondo l’accusa sono stati accertati legami con i boss palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo: al momento del loro arresto sarebbero stati trovati “pizzini” riconducibili alle vicende imprenditoriali di Nicastri. Un rinvenimento che l’accusa considererebbe un aggancio con il boss di Cosa Nostra.
ELEONORA DOTTORI
D: In quali circostanze viene disposto un sequestro?
R: Il nostro ordinamento penale prevede varie tipologie di sequestri a seconda della loro natura e finalità. In particolare con funzioni probatorie, il c.d. sequestro probatorio, disposto dall’Autorità Giudiziaria al fine di ricercare elementi di prova e di accertare i fatti. Con funzioni cautelari, invece, sono previsti il sequestro preventivo e conservativo: il primo serve ad impedire l’ulteriore consumazione dello stesso o altro reato o la prosecuzione delle illecite conseguenze (ha per oggetto ad es. le cose che sono servite a commette il reato). Il secondo è finalizzato ad assicurare il pagamento delle pene pecuniarie e del risarcimento dei danni derivanti dal reato (ha per oggetto beni mobili, immobili, crediti etc). Il sequestro preventivo che in alcuni casi è obbligatorio può convertirsi in quello probatorio, in quello conservativo oppure essere sostituito con la confisca che comporta la definitiva acquisizione del bene da parte dello Stato. L’articolo 321 del nostro codice penale di rito prevede la possibilità per l’Autorità Giudiziaria di sottoporre a sequestro preventivo (cioè durante le indagini preliminari) le risorse frutto dei reati a condizione di provare una connessione tra i beni da assoggettare alla misura cautelare ed il reato stesso. Per rendere più efficace l’applicazione della misura cautelare è intervenuta la legge n°146/2006 art.11 che ha previsto anche per i reati tributari la possibilità della confisca e del sequestro preventivo “per equivalente” (art. 322ter codice penale) per cui qualora non sia possibile individuare i beni che costituiscono il prodotto/profitto/prezzo del reato, il Giudice può disporre il sequestro – e successivamente la confisca – di altri beni o utilità di cui il reo abbia la disponibilità anche per interposta persona, per un valore corrispondente.
Vi è poi una legislazione speciale antimafia che prevede altri casi e differenti limiti per disporre il sequestro.
AVV.TOMMASO ROSSI