Londra, 09.04.2013 La Lady di ferro si è spenta Lunedì mattina. Alla veneranda età di 87 anni, malata da anni, non è sopravvissuta all’ultimo ictus che l’ha colpita in una suite del Ritz Hotel, nelle vicinanze di Buckingham Palace. Molteplici le reazioni suscitate dalla notizia della morte, comunicata dai figli di Margaret all’amico e portavoce Lord Bell, che ha poi provveduto a diffonderla.
Margaret Thatcher, Baronessa di Kesteven dal 1990, è stata una delle donne più importanti del Regno Unito del ventesimo secolo, forse la donna col più importante ruolo politico dopo Elisabetta I d’Inghilterra. Una personalità forte la sua, tanto forte da condurla al numero 10 di Downinig Hill e farcela restare per oltre dieci anni. Fu Primo Ministro, unica donna nella storia inglese fino ad oggi, in anni non particolarmente facili per l’Inghilterra. La sua politica ferma e decisa è stata spesso al centro di controversie e tensioni: da un lato chi ha visto in lei una salvatrice, dall’altro chi avversava quella linea politica dura e imperturbabile che le è valsa il titolo di Iron Lady.
La Lady di Ferro, nata nel 1925 nel Lincolnshire, fu leader dei Conservatori dal ’75 al ’90. Primo ministro inglese dal ’79, si mise alla guida di un Paese che attraversava una situazione difficile: declino economico, elevata inflazione, declino internazionale, terrorismo. Fautrice del liberismo economico e delle privatizzazioni, distruttrice dei sindacati e fervente anticomunista, chiuse numerose miniere e rese illegali scioperi non approvati dalla maggioranza dei lavoratori. Instaurò inoltre una “special relationship” con l’America, divenendo la migliore alleata di Reagan.
Tra gli eventi principali che hanno caratterizzato il suo mandato, si ricordano la guerra con l’Argentina per riprendere le Falkland (1982), le repressioni degli scioperi dei minatori (1984), l’avvio della costruzione del tunnel della Manica.
Il pugno di ferro è palesemente emerso quando, nel 1980, 6 terroristi arabi invasero l’ambasciata iraniana a Londra, minacciando una strage se non fossero stati rilasciati 91 arabi detenuti in Iran. La Thatcher non cedette e, 5 giorni dopo, le teste di cuoio fecero irruzione uccidendo 5 sequestratori e catturando l’ultimo. Nell’81 negò inoltre di riconoscere lo status di prigionieri politici, già cancellato dal precedente governo, a un gruppo di terroristi ira in sciopero della fame: dieci di loro morirono. Nel 1984 scampò inoltre ad un attentato organizzato da alcuni membri dell’IRA: il rapporto della Lady di ferro con l’Irlanda del Nord fu sempre difficile.
Si dimise nel ’90, quando la sua ostilità alla creazione dell’Unione Europea e alla moneta unica iniziò ad incrinarne la popolarità.
Dal mondo politico si levano numerose voci a rendere omaggio ad una donna, un politico, un leader che “ha salvato il Paese”. La Regina ha espresso la sua profonda tristezza nell’apprendere la notizia, Westminster e Downing Hill hanno issato le bandiere a mezz’asta in segno di lutto. Il Primo Ministro Cameron e il Ministro degli Esteri Hague dispensano parole di commemorazione e anche a livello internazionale non mancano espressioni di cordoglio in ricordo di una donna la cui portata politica è stata paragonata a quella di Winston Churchill.
Una personalità che ha influenzato il mondo intero, e che per le sue scelte e la fermezza dimostrata nel compierle è stata amata e odiata, rispettata e contestata. Non tutti infatti hanno accolto la notizia della morte con rammarico: Bristol, Glasgow e Londra hanno visto lo svolgersi di manifestazioni a “festeggiare” la scomparsa dell’ex Primo Ministro, sfociate in lotte con la polizia e cassonetti dati alle fiamme. Soprattutto tra i minatori e gli irlandesi, la Thatcher non era particolarmente benvenuta.
Sono previsti per il 17 aprile non funerali di Stato a Westminster Abbey, ma funerali “solenni” con gli onori militari a St.Paul Cathedral, esattamente come “The Iron Lady”voleva che fosse; si presume che la Regina Elisabetta e il Principe Filippo saranno presenti. La crematura e la sepoltura, accanto al marito, nel cimitero del Royal Hospital Chelsea avverranno invece in forma privata.
Michela Romagnoli