MOSCA, 15 Maggio 2013 – Le tensioni tra Russia e Stati Uniti continuano, questa volta con l’arresto di un agente segreto della CIA. Si chiama Ryan Fogle, il segretario dell’ambasciata USA, bloccato lunedì a Mosca mentre stava cercando di reclutare un ufficiale russo. La sua preziosa collaborazione sarebbe stata ripagata da Fogle con 1 milione di dollari.
Tuttavia, il quadro dell’arresto sembra quanto meno bizzarro poiché Ryan Fogle è stato trovato con un documento recante le istruzioni su come comportarsi per effettuare l’infiltrazione. Per questo, secondo alcuni, gli elementi trovati all’agente americano, come le parrucche, le istruzioni , sarebbero materiale aggiunto dai russi per incastrarlo.
Dopo il fermo Fogle è stato condotto in ufficio del servizio segreto, è stato interrogato e quindi consegnato alla sede diplomatica Usa. Qualche ora dopo lo hanno dichiarato «persona non grata» e sarà espulso. Il Ministero degli Esteri, a sua volta, ha convocato per mercoledì l’ambasciatore per le proteste di rito. Il duello di intelligence tra russi e americani è sempre forte anche se in chiave anti-terrorismo ci sono tentativi di collaborare.
L’arresto dell’agente della CIA rappresenta l’ennesimo incidente diplomatico avvenuto in pochi mesi tra Stati Uniti e Russia: tutto iniziò con il caso Magnitsky, l’embargo delle adozioni, poi l’incidente di Boston e il rifiuto di fornire informazioni sui responsabili ceceni, infine, ques’ultimo arresto, che a detta dei Russi rappresenta «azione provocatoria nello spirito della guerra fredda».
Ovviamente, entrambe le parti sono perfettamente consapevoli che gli incidenti sopracitati sono soltanto subdole rappresaglie mediatiche: in realtà i veri interessi di Russia e Stati Uniti si stanno giocando in Siria, in Libia, in Afghanistan, in Palestina – per citarne alcuni. E’ in questi paesi che si stanno giocando gli equilibri mondiali.
CLARISSA MARACCI