Costa Concordia: no al patteggiamento per Schettino. Aperta una terza inchiesta

GROSSETO, 15 MAGGIO ’13 – È passato più di un anno dalla tragedia avvenuta sulle coste dell’Isola del Giglio esattamente il 13 gennaio 2012 quando l’imponente nave da crociera Costa Concordia è naufragata a seguito dell’urto dello scoglio de Le Scole, causando 32 morti. Oggi il processo, che vede indagate sei persone tra cui il comandante Francesco Schettino, è “approdato” all’udienza preliminare in cui la procura di Grosseto ha accettato le richiesta di patteggiamento degli altri cinque indagati, esprimendo invece parere contrario solo per quella avanzata dalla difesa del comandante. La richiesta di patteggiamento ad una pena di 3 anni e 4 mesi è stata considerata dal pm veramente ridicola, rendendo probabile la continuazione del processo alla presenza dell’unico imputato Schettino, anche se si deve attendere la decisione del gup, che si è riservato di disporre in merito ad ognuna delle richieste. La Procura ha motivato il suo assenso alle cinque richieste di patteggiamento dei coindagati -il capo dell’unità di crisi della Costa Roberto Ferrarini, l’hotel director Manrico Giampedroni, il vicecomandante Ciro Ambrosio, il timoniere Jacob Rusli Bin e l’ufficiale Silvia Coronica- accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose, perché sono soggetti che hanno dato un contributo causale alla vicenda, ma comunque in maniera veramente minima rispetto alla gigantesca responsabilità del comandante. È di oggi anche un’altra importante novità sulle indagini: è stato aperto un terzo fascicolo, dopo quello per omicidio colposo plurimo e per disastro ambientale, per danneggiamento di patrimonio archeologico. La notizia della presenza dei due relitti di epoca ellenistica (200 a.C.), proprio sotto la nave semisommersa è confermata da Mario Galasso, docente specializzato in archeologia marina, che era a conoscenza della presenza dei due relitti avendoli individuati già negli anni ’80.Gli inquirenti, anche grazie alle testimonianze dell’archeologo, hanno individuato anche i resti di un terzo relitto risalente al 600 a.C., anche questo andato completamente distrutto dopo l’impatto della nave che ha frantumato la roccia, successivamente caduta sopra i resti. A seguito di queste dichiarazioni la procura ha aperto un nuovo filone d’inchiesta in cui si dovrà verificare la veridicità dell’esistenza dei reperti e se eventualmente hanno subito danni; per il momento non risultano ancora indagati.

ALESSIA RONDELLI

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