CINA, 16 MAGGIo ’13- Qingdao, provincia dello Shandong, una schiera di fotografi, curiosi e passanti si raccoglie in strada davanti al centro congressi. La scena che stanno osservando increduli è a dir poco surreale: un gruppetto di quattro uomini armati di martello sta distruggendo con disinvoltura una lussuosa Maserati Quattroporte nera dal valore di quasi 330mila euro. Questa è stata la messa in scena organizzata dal ricco proprietario dell’auto, il signor Wang, per protestare contro la casa madre per aver ricevuto un cattivo trattamento. L’accusa sarebbe quella di non aver fornito un adeguato servizio post-vendita e di aver mostrato scarsa capacità decisionale, in occasione della richiesta di riparazioni. “Spero che i produttori di auto di lusso stranieri si rendano conto che i consumatori cinesi hanno il diritto di ricevere un servizio commisurato al marchio” ha dichiarato il signor Wang a ragione del suo gesto. La casa produttrice italiana però non ci sta e risponde a chiare lettere al cliente: “Ci dispiace profondamente che il cliente abbia deciso di troncare in questo modo improvviso il dialogo prima di riuscire a trovare un accordo, distruggendo in pubblico un auto famosa in tutto il mondo….solo per creare scalpore”. La Cina, che dal 2009 è il più grande mercato automobilistico al mondo, soprattutto mercato chiave per i brand di lusso, non è nuova a questi episodi: già nel 2011 il proprietario di una Lamborghini Gallardo aveva fatto distruggere la sua auto di lusso da alcuni operai dopo che si era rivolto senza successo al servizio assistenza. Anche la scelta del giorno in cui sono state inscenate le proteste è piuttosto significativo: nel 2011 la Giornata mondiale dei diritti dei consumatori, oggi il giorno d’avvio della 12ma edizione del Salone internazionale dell’auto. Svariate le reazioni e i commenti sul web, tra chi minimizza l’accaduto e chi invece critica duramente queste reazioni esagerate figlie di una società viziata, in cui forse troppe volte si fa ricorso alla violenza.
ALESSIA RONDELLI