NIGERIA, 17 Maggio 2013 – Anche in Nigeria il esplode il conflitto tra Governo e gruppi ribelli islamici. E’ la setta Boko Haram a portare avanti attacchi terroristici almeno da un anno. Si tratta di un gruppo legato ad Al Qaeda e per certi versi ancora più estremista. Nel mirino di Boko Haram le chiese cattoliche ( religione dominante nel sud della Nigeria, dove ha sede il Governo) e l’islam moderato.
Questo gruppo terroristico, fondato nel 2002 nella Nigeria settentrionale, ha come obiettivo principale l’instaurazione della Shar’ia, ma come in molti altri paesi vicini (come il Mali ad esempio) il gruppo attira seguaci tra i giovani disoccupati più per ribellione sociale che per convinzione religiosa.
La povertà e la disoccupazione che affliggono la Nigeria del Nord sono così allarmanti – ed è facile capirlo dal numero di Nigeriani che affluiscono in Italia per spacciare o prostituirsi – che l’opzione di unirsi ad un gruppo islamista che permette la tua sopravvivenza non è poi così male. Inoltre, Boko Haram è stato apertamente finanziato dai governatori delle regioni di Kano e Bauchi per soverchiare il Governo centrale di Abuja.
Ora, il presidente Goodluck Jonathan ha dichiarato lo stato d’emergenza nel Borno, nello Yobe e nell’Adamawa e ha inviato l’esercito in questi tre stati a seguito delle stragi susseguitesi nell’ultimo mese, che hanno causato più di 200 morti.
Nonostante le perplessità di alcuni governatori, il Presidente nigeriano ha parlato di una guerra civile in atto nel paese, alla quale non si può che rispondere con un intervento armato dello Stato.
L’ultimo attacco rivendicato da Boko Haram è quello avvenuto a Bama il 7 maggio scorso, nel quale sono state massacrate 55 persone. In tutto, le vittime dei vari attacchi susseguitesi dal 2001 potrebbero ammontare ad un migliaio.
CLARISSA MARACCI