STATI UNITI D’AMERICA,24 Maggio ’13- La notizia ha un qualcosa di epocale: dopo accesi dibattiti in seno all’organizzazione, fondata nel 1910, dei boy scout d’America, la BSA, si è finalmente riusciti a compiere un importante passo verso l’inclusione delle persone omosessuali.
D’ora in poi infatti, anche i gay potranno liberamente entrare a far parte dell’associazione, ma non, come riporta il sito stesso dei BSA, assumendo ruoli di riferimento o educativi.
Confermata in data 23 maggio 2013 al termine dell’incontro tenutosi a Grapevine, nel Texas, la decisione giunge dopo accesi dibattiti che da tempo si consumano in seno all’associazione, e che, c’è da scommetterci, genererà non poche polemiche e, forse, alcuni strappi all’interno di BSA stessa.
Molte voci discordanti, infatti, sono rimbalzate da ogni angolo del paese. Grande il sollievo di coloro che, negli anni passati, sono stati costretti ad abbandonare lo scoutismo a causa del loro orientamento sessuale. Matt Comer, che oggi ha 27 anni, racconta di aver dovuto rinunciare al sogno di essere un Eagle Scout tredici anni fa, per il suo essere gay.
<<Oggi, è stata fatta finalmente giustizia per le persone come me e tanti altri>> anche se, continua, <<i giovani scout incontreranno ancora molte difficoltà in questo ambiente quando raggiungeranno i diciotto anni>>.
Robert Schwarzwalder, rappresentante del Family Research Council, un gruppo cristiano fortemente conservatore, è convinto, dal canto suo, che ci saranno migliaia di perdite in termini di persone come conseguenza di questa decisione. << Questa grande istituzione (la BSA), risulterà fortemente viziata dall’intrusione di questo elemento, chiaramente derivante da un’agenda politica>>. In tanti infatti, sostengono che questa svolta nei confronti del mondo omosessuale sia includibile nella generale apertura nei confronti dei gay di cui gli Stati Uniti si stanno rendendo protagonisti negli ultimi tempi. Forte, a tal proposito, è stato il sostegno del Presidente Barack Obama, tra l’altro presidente onorario dell’associazione, che da sempre si era dichiarato favorevole a tale decisione.
Ma la questione è più complicata di quello che sembra: i boy scout d’America sono infatti in larga parte sostenuti da associazioni di stampo religioso. Alcune di queste avevano espressamente manifestato il loro disaccordo, altre, come la Church of the Jesus Christ Latter-day Saints, hanno tacitamente dato il benestare a tale decisione.
Al momento, neanche tutti i genitori dei bimbi facenti parte dell’associazione, sono d’accordo. Solo il 48% per l’esattezza, è d’accordo con tale combattuta scelta. Si è stimato però che centinaia di migliaia di ragazzi potrebbero abbandonare l’associazione; il problema sarà dunque rappresentato dagli sponsor, che ad oggi giocano un ruolo fondamentale nella conduzione e progresso della BSA, e che potrebbero, a loro volta, decidere di non appoggiare più questo mutato assettoidelogico.
CORINNA LENNELLI