BILBAO, 5 Giugno 2013 – La palestra di via Máximo Aguirre, a Bilbao, è gestita da Juan Carlos Aguilar Gómez, un quaratasettenne che ha dedicato tutta la sua vita alle arti marziali e in particolare al kung fu.
Alle 15.40 di domenica scorsa 2 Giugno, alcuni vicini allarmati dalle urla provenienti dall’edificio, allertano la Ertzaintza, la polizia basca.
La scena che si presenta davanti agli occhi degli agenti è da brivido: trovano infatti una donna ai limiti dello stato comatoso, riversa a terra, con mani e piedi legati e con evidenti ecchimosi in tutto il corpo.
La vittima, Mauren Ada Ortuya, una prostituta nigeriana di 29 anni, è deceduta oggi.
Ada è stata obbligata ad entrare nella palestra da Gómez, il quale si è accanito su di lei picchiandola selvaggiamente e torturandola.
Al momento non sono chiari i moventi di un atto tanto atroce, al quale, nei giorni scorsi, si era aggiunto l’orrore per il ritrovamento di ossa che si temeva potessero essere umane; ipotesi confermata dalla polizia scientifica bilbaina, che le ha attribuite a una pregiudicata colombiana, maestra anche lei di arti marziali, già nota alle forze dell’ordine per reati minori.
In questa vicenda ci sono tre certezze che a ben riflettere, potrebbero essere interconnesse: la prima è che fonti accreditate segnalano che l’uomo è in cura presso un centro oncologico spagnolo da ormai due anni per un tumore al cervello; la seconda è quella relativa al fatto che Gómez ha colpito Ada con l’intenzione di ucciderla, segno forse del fatto di non essere in possesso delle proprie facoltà mentali al momento dell’aggressione. La terza chiama in causa la particolare personalità dell’uomo, e fa leva sull’incredulità che l’efferata violenza ha generato.
Juan Carlos Aguilar Gómez, in arte Huang C., si è sempre definito <<un rappresentante di Buddha sulla terra>>. Fervente seguace e praticante dell’arte marziale kung fu, di cui è stato insegnante per molti anni nonchè campione mondiale più volte, aveva allestito la sua palestra come fosse un tempio buddista.
Tante volte aveva compiuto dei viaggi in Cina soggiornando nel tempio di Shaolin e, una volta tornato nella madrepatria si era dedicato alla diffusione di questa disciplina orientale per mezzo di interviste televisive, reportage giornalistici, competizioni sportive e qualche video su youtube.
Aveva anche fondato l’associazione denominata Oceano della tranquillità, e amava farsi chiamare maestro.
Ora, alla luce delle nuove vicende, la Federazione spagnola di Karate, che comprende tutte le discipline di arti marziali cinesi, ha diffuso un comunicato a tutte le sedi nazionali avvertendo i soci che nei registri federali non risulta che Gómez sia mai stato tesserato né associato e che, sopratutto, abbia mai vinto un solo campionato di kung fu nazionale. Al di là della presunta o reale veridicità di tali affermazioni, questa persona viene definita come <<una persona che da quando è rientrata dalla Cina, nel 1995, ha fortemente voluto che tutto ciò che riguardasse il kung fu passasse per la sua persona. […] All’improvviso si presentava in pubblico vestito con una tunica arancione [come i monaci del tempio di Shaolin], ma non ha mai presentato alcun certificato che attestasse il fatto di aver partecipato ad eventi o corsi formativi sull’arte del kung-fu, in Cina>>.
All’arrivo in commissariato Gómez ha affermato di <<credere di aver ucciso una donna nei giorni passati>> ma, stando alle fonti, si è dimostrato molto confuso. Al momento dell’arresto non ha opposto alcuna resistenza.
Spaventa questo enorme divario tra una persona descritta tutto sommato come tranquilla e abbastanza pacata, magari un pò piena di sè, separata e con due figli adolescenti e l’efferatezza dell’atto che ha compiuto su cui, ora, si riversa l’ombra della mancanza di lucidità dovuta al tumore cerebrale.
CORINNA LENNELLI