TERNI, 6 GIUGNO ’13- Ieri si è svolto per le strade di Terni uno sciopero dei dipendenti dell’Ast riguardante tutti i reparti dell’acciaieria, la cui produzione rappresenta oggi il 15% del mercato europeo di inox e il 35% delle quote del mercato italiano. Il motivo dello sciopero, indetto dai sindacati di categoria, è ravvisabile nel deludente esito delle ultime trattative con i vertici proprietari del sito siderurgico, la multinazionale finlandese Outokumpu, che ha ritenuto inaccettabili le offerte presentate finora per l’azienda, prospettando un allungamento dei tempi per la vendita. I partecipanti si sono raggruppati in un primo momento davanti ai cancelli per poi proseguire il percorso nelle vie del centro fino alla prefettura. Da qui però il corteo ha proseguito la sfilata fino alla stazione ferroviaria dove sono iniziate le prime tensione sfociate poi in una serie di tafferugli, in cui è rimasto ferito anche il sindaco, Leopoldo di Girolamo. Lo scopo dei manifestanti era quello di occupare la stazione e per questo è scattato l’intervento della polizia, tanto che l’occupazione è durata solo 30 minuti con lievissime conseguenze sul traffico ferroviario. Su questo episodio si sono già espressi con parole di solidarietà e impegno nella ricerca della verità anche le alte cariche dello Stato: Alfano, Ministro dell’Interno, ha già richiesto una relazione dettagliata su quanto accaduto, Letta, Capo del Governo, ha criticato duramente il grave fatto scusandosi apertamente con il sindaco, così come ha fatto anche il prefetto. Ma è proprio sulla dinamica dei fatti che si prospettano vari dubbi: la polizia sostiene che la ferita riportata alla testa dal primo cittadino potrebbe non essere stata provocata da una manganellata, ma più probabilmente da un ombrello, come si vedrebbe anche da un video pubblicato in rete. Dal canto suo però il sindaco si dice sicuro di essere stato colpito da un manganello, sottolineando di essere molto amareggiato da questo episodio di violenza incomprensibile, una reazione esagerata mai vista prima nella sua città, neppure in circostanze ben più drammatiche.
ALESSIA RONDELLI