PARIGI, 7 Giugno 2013 – Sembra non riesca a trovare pace: dopo la manifestazione contro i matrimoni omosessuali e passando per l’aggressione al soldato di qualche giorno fa, Parigi deve fare i conti con un altro evento, ancor più tragico dei precedenti: la morte di Clément Méric. Studente diciannovenne al primo anno di scienze politiche, è stato ucciso mercoledì scorso, 5 giugno, con un pugno sferrato da un ragazzo pressappoco suo coetaneo, Esteban M., che ha utilizzato un tirapugni. Clément è caduto a terra battendo violentemente la testa contro il suolo stradale coperto di sanpietrini. Trasportato immediatamente in ospedale, ne è stata dichiarata la morte cerebrale nel giro di poche ore.
Questa vicenda si fonda su due fattori importanti: la prima è la sfortuna, la seconda è l’ideologia politica antitetica dei due protagonisti. Clément, militante dell’associazione sindacale Solidaires, era anche membro di Azione Antifascista. Esteban, già noto alle forze dell’ordine parigine per essere stato trovato in possesso di armi che non poteva detenere in base al suo porto d’armi, fa invece parte di alcuni gruppi che gravitano intorno a Troiséme Voie e Jeunesses nationalistes révolutionnaires (JNR), esponenti di spicco dell’estrema destra francese. Può essere definito a tutti gli effetti uno skinhead. La dinamica dell’incidente non è stata ancora del tutto definita, sembra che i due ragazzi si siano incontrati casualmente insieme ai rispettivi gruppi in Rue de Caumartin, nel nono arrondissement parigino. Pare anche che la colluttazione sia stata scatenata da provocazioni verbali aventi origine da entrambe le parti: forse una presa in giro da parte dei giovani antifascisti nei confronti degli skinhead a causa delle scritte che riportavano le magliette di questi ultimi; fatto sta che la situazione è degenerata rapidamente, e una volta ritrovatisi in Rue de Camartin erano pronti per la rissa. Méric non era ancora direttamente coinvolto, ma a un certo punto è stato colpito dal tirapugni ed è caduto a terra. Grande è il cordoglio dell’Istituto di Scienza Politiche della città di Parigi per aver perso un alunno così brillante come Clément, e dell’Azione Antifascista. Dall’altra parte i riflettori sono ora puntati sui gruppi di estrema destra attivi nel panorama parigino, e sulla violenza che troppo spesso li contraddistingue. Una realtà, quella della destra radicale, che è ben radicata nella capitale francese; basti pensare che Serge Ayoub, fondatore di Troisiéme Voie e JNR, nonché skinhead molto attivo nella decade 80-90, gestisce tuttoggi un bar, Le Local, dove organizza conferenze e dibattiti legati a temi politici. Il suo è un bar per pochi, un circolo associativo privato; vi si accede soltanto con un invito o, naturalmente, se si è iscritti a uno dei due gruppi fondati da Ayoub. La Francia si interroga su questa tragedia e cerca di capirne il perchè. Oltre all’indignazione e allo sbigottimento che tale evento ha suscitato c’è da chiedersi se a diciannove anni si possa ancora morire in una rissa fortuita nata a difesa della propria ideologia politica, che è tanto forte quanto inquinata dall’odio e dalla violenza.
CORINNA LENNELLI