‘ATTENTI AL GORILLA’: L’ESPRESSIONE COSTA CARO AD UN SETTANTENNE CHE AVEVA PRESO UNA MULTA
– di Avv. Tommaso Rossi
Ecco le motivazioni della sentenza, depositata qualche mese fa dai Giudici della Suprema Corte: “Il diritto di manifestare il proprio pensiero in qualsiasi modo non può trascendere in offese grossolane e brutali prive di alcuna correlazione con una critica obiettiva”. Per integrare il reato, previsto dall’articolo 291 del codice penale, “è sufficiente una manifestazione generica di vilipendio alla nazione, da intendersi come comunità avente la stessa origine territoriale, storia, lingua e cultura, effettuata pubblicamente”.
Il reato in questione, prosegue la sentenza, “non consiste in atti di ostilità o di violenza o in manifestazioni di odio: basta l’offesa alla nazione, cioè un’espressione di ingiuria o di disprezzo che leda il prestigio o l’onore della collettività nazionale, a prescindere dai vari sentimenti nutriti dall’autore”.
Il reato in questione sarebbe integrato secondo i giudici “sia nel profilo materiale, per la grossolana brutalità delle parole pronunciate pubblicamente, tali da ledere oggettivamente il prestigio o l’onore della collettività nazionale, sia nel profilo psicologico, integrato dal dolo generico, ossia dalla coscienza e volontà di proferire, al cospetto dei verbalizzanti e dei numerosi cittadini presenti sulla pubblica via nel medesimo frangente, le menzionate espressioni di disprezzo, a prescindere dai veri sentimenti nutriti dall’autore e dal movente, nella specie di irata contrarietà per la contravvenzione subita, che abbia spinto l’agente a compiere l’atto di vilipendio”
Ma da dove nasce questo reato? Facciamo un ripasso di storia……
In Italia, i delitti di vilipendio politico erano già individuati dal Codice Zanardelli e il Codice Rocco li mantenne nella categoria dei delitti contro la personalità dello Stato. L’elenco dei reati di vilipendio contro la la personalità dello Stato è molto variegato e ampio: Vilipendio del Presidente della Repubblica, della Repubblica, delle forze armate, della Nazione Italiana, della bandiera italiana. Solo nel 2006 le pene detentive inizialmente previste dal Codice Rocco furono sostituite con una multa.
Io credo che il 71enne un po’ “sboccacciato” non abbia pensato a tutte queste cose. Io credo che in un momento di rabbia e di tensione, magari per evitare di insultare direttamente chi in quel momento viene visto (a torto o a ragione) come portatore di un’ingiustizia, una parola di troppo contro la nostra amata Italia possa anche scappare. Italia quotidianamente vilipesa, presa in giro, violentata e ingiuriata, offesa e truffata a volte da chi dovrebbe proteggerla e governarla con l’amore di un padre e una madre.
Ecco, questo sì’ che è vilipendio!
Dire la verità è reato in questo paese. Ma vilipendio di che? LA LIBERTÀ DI PAROLA È PIÙ IMPORTANTE E SE VOGLIO DIRE CHE QUESTO È UN PAESE DI MERDA DEVO AVERE IL DIRITTO DI POTERLO FARE.