Mali, dopo 18 mesi di guerra civile si ritorna a votare

“I FRANCESI VOGLIONO TENERCI SOTTO L’ESERCITO MALIANO PER SFRUTTARE LE RICCHEZZE DELL’AZAWAD” DICHIARA AG ASSARID, PORTAVOCE DELL’MNLA IN EUROPA

di Clarissa Maracci

Bamako, 28 luglio 2013 – Sono fissate per la giornata di oggi le nuove elezioni presidenziali in Mali, dopo il golpe militare del 2012 e diciotto lunghi mesi di sangue. Il sangue dei tuareg e degli indipendentisti dell’MNLA, Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad (MNLA), il sangue dei militanti jihaidisti che si sono uniti alla causa dell’MNLA e le centinaia di vittime innocenti, massacrate dall’esercito maliano-francese e dagli attacchi terroristici.

foto di Moussa Ag Assarid
foto di Moussa Ag Assarid

Oltre 4.500 poliziotti, militari e gendarmi sono stati spiegati nel paese, per mantenere l’ordine e la sicurezza nei pressi di Bamako, dove si terranno i seggi. Il primo turno oggi, il secondo è previsto per l’11 Agosto. “E’ stata la comunità internazionale ad obbligarci a procedere a nuove elezioni presidenziali” – racconta Moussa Ag Assarid, rappresentante dell’Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad in Europa – “Noi popoli dell’Azawad dovremo negoziare la nostra futura autonomia con il futuro Presidente”.

L’MNLA ha deciso di astenersi dal voto. “Non supportiamo nessun candidato perché hanno tutti lo stesso obiettivo” – afferma Moussa – “Quello di combatterci per appropriarsi delle nostre terre”. I candidati proclamano infatti la costituzione di un Mali unico e indivisibile, proprio come avvenne dopo il 1960.

Se nella prima intervista per Fatto&Diritto Moussa Ag Assarid aveva assunto un atteggiamento piuttosto neutrale rispetto all’intervento dell’esercito francese in Mali, questa volta la sua posizione è assolutamente chiara “I francesi sono i primi responsabili di questa situazione. E’ proprio l’esercito francese che ha ripristinato l’esercito e l’amministrazione. Di qui il nostro colpo di stato contro il Governo di Bamako nel 2012”.

“Il candidato sostenuto dai francesi è Ibrahim Boubacar Keita ( detto IBK), un estremista islamico, responsabile di molti massacri” racconta Moussa “I francesi vogliono tenerci sotto l’oppressione dell’esercito maliano per poter sfruttare le ricchezze dei territori dell’Azawad”. Ibrahim sembrerebbe il candidato ideale poiché ha il sostegno religioso degli islamici ed è pro-putchiste.

Molti combattenti dell’MNLA sono morti, al punto che si potrebbe parlare di un principio di genocidio nei confronti della tribù dei Tuareg. Altri militanti sono rinchiusi nelle carceri di Bamako in condizioni disumane. Le organizzazioni umanitarie fanno fatica a monitorare la situazione a causa dell’ostruzionismo militare e governativo. Per questo è difficile perfino stabilire il numero delle vittime di questa guerra civile, consumatasi in tempo record di 18 mesi. Molti combattenti provenienti dal deserto del Mali non erano in possesso di documenti di identità: è impossibile fare un censimento dei caduti e dei prigionieri.

foto di Wanane Ag Ibrahim
foto di Wanane Ag Ibrahim

Anche le donne hanno deciso di impugnare le armi per la liberare l’Azawad dal controllo del Governo di Bamako dopo aver manifestato pacificamente a Kidal all’inizio di Luglio. L’MNLA combatte per un Azawad laico, democratico e indipendente dal Governo centrale. La maggior parte dei combattenti dell’MNLA sono tuareg, pastori nomadi del deserto che si estende nei territori dell’Azawad. Nonostante il golpe, e la sanguinolenta guerriglia civile, questo popolo non è ancora riconosciuto come minoranza etnica dal Governo del Mali, non ha un rappresentante politico né un candidato da votare in queste elezioni.

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