AVVISO DI MORA PER UN VALORE DI 39 MILIONI DI EURO
di Alessia Rondelli (praticante avvocato presso Studio RPC)
-MILANO, 20 OTTOBRE 2013- Diego Armando Maradona ritorna nel bel paese per assistere al match Roma-Napoli ed Equitalia non si lascia sfuggire l’occasione per notificargli un avviso di mora da ben 39 milioni di euro presso l’hotel di Milano in cui alloggia il “Pibe de Oro”. I funzionari di Equitalia hanno dimostrato perseveranza e diligenza dopo il primo tentativo di notifica andato a vuoto, perché il calciatore non è mai uscito dall’hotel, si sono ripresentati la mattina successiva sta volta intercettando Maradona, accompagnato dal suo Avvocato Angelo Pisani. Si tratta di un atto dovuto che va per forza rinnovato ogni sei mesi e che consente di attivare le azioni esecutive di recupero del debito fiscale. Le fonti di Equitalia infatti tengono a precisare che non si tratta di un accanimento contro il famoso ex calciatore: “Gli avvisi di mora sono il titolo per poter procedere ai pignoramenti ed hanno validità di 180 giorni, per questo una volta scaduti i termini è necessario provvedere a rinotificarli al debitore”. Dalla notifica l’Agenzia ha a disposizione sei mesi per avviare le azioni di recupero come per esempio il pignoramento delle somme ricevute da Maradona come compensi per partecipazioni televisive o a titolo di sponsorizzazioni ecc. che lo stesso dovesse vantare verso soggetti terzi. Una lotta lunga quasi trent’anni quella che vede opporsi l’ex idolo del calcio italiano ed il fisco italiano, tra contrasti e polemiche. Nel 1999 viene contestato formalmente per la prima volta a Maradona che, nel periodo tra il 1985 ed il 1991, non avrebbe dichiarato tutti i propri redditi per un conto totale di circa 60 miliardi delle vecchie lire tra imposte evase, sanzioni ed interessi, poi rideterminati in 40 milioni di euro. Conto confermato dalle autorità giurisdizionali competenti e che è stato varie volte aggiornato, del quale però sono state recuperate pochissime somme, tra rolex pignorati, orecchini venduti all’asta e ricorsi alle Commissioni tributarie. Dura la reazione dell’ex campione del Napoli dopo la notifica: “Un altro spot pubblicitario e la solita telenovela per confondere gli italiani che oramai però grazie al mio avvocato hanno capito la verità. L’unica verità che presto tutti leggeranno nel libro che pubblicherò per raccontare la persecuzione subita nel paese delle tasse, dove io ho regalato solo amore per la gente e spettacolo sportivo, senza mai fare male a nessuno, ma subendo cattiverie gratuite”. Anche il suo legale ha più volte nel tempo sottolineato questo atteggiamento persecutorio attuato dalla Agenzia delle Entrate verso il fuoriclasse argentino con cartelle pazze relative a debiti non provati risalenti agli anni 80. Tanto che entrambe le parti hanno preannunciato battaglie legali per ottenere il risarcimento del danno: l’Agenzia delle Entrate ha espresso tale volontà al fine di tutelare la propria immagine per la reiterata diffusione di notizie inesatte di fatti che non rispecchiano la realtà, Maradona invece vuole vedersi riconosciuti i giusti danni personali, morali, d’immagine e patrimoniali che questa vicenda gli ha causato. Sembra pertanto essere una storia senza fine nonostante comunque ci siano varie sentenze relative all’accertamento di tale debito, come da ultimo quella della Commissione Tributaria Provinciale di Napoli del gennaio scorso, in sostanza oscura come tutte le molteplici vicende che hanno caratterizzato la vita del campione, il quale però è sempre rimasto l’idolo indiscusso dei suoi tifosi.