IL 15 NOVEMBRE STUDENTI IN PIAZZA ANCHE AD ANCONA
– Ancona – Voglia di urlare, sì, ma piena di contenuti “per fermare l’austerity della conoscenza” ed “invertire la marcia, cambiare strada, premere sul Governo affinché risollevi le sorti del sistema della pubblica istruzione in ginocchio”. Dopo le manifestazioni dell’11 ottobre che hanno visto più di 100.000 studenti mobilitati in tutta Italia, si fa il bis venerdì 15 novembre, a livello nazionale, in occasione della Giornata Mondiale del Diritto allo Studio (17 novembre). L’appuntamento per Ancona – fissato dall’Unione degli universitari (Udu) e dal collettivo delle medie superiori Don Chisciotte – è per le ore 16,30 a piazza Roma.
Qui di seguito il documento a supporto dell’inziativa.
“Da anni scuola e università subiscono tagli continui ai finanziamenti e riforme ideologiche che, mascherandosi dietro la retorica del merito, stanno restringendo sempre di più il diritto all’istruzione. Tagli, blocchi del turn-over, vincoli alla didattica e numeri programmati ci consegnano un sistema sempre più chiuso ed elitario: al sottofinanziamento corrispondono ingenti aumenti delle tasse e dei contributi “volontari” e un’esplosione delle barriere all’accesso. Siamo il terzo Paese in Europa con le tasse più care e i corsi
universitari a numero chiuso superano ormai il 50% del totale, una intollerabile limitazione del diritto all’accesso. E’ arrivato il momento di invertire la marcia! Anche l’attuale governo, nonostante i numerosi proclami sull’urgenza della questione giovanile e sulla necessità di ripartire dalla scuola, continua sulla strada tracciata senza una reale inversione di marcia e, con il decreto scuola e la legge di stabilità, dimostra che l’istruzione e il diritto allo studio non sono priorità del Paese, scavalcate dal mantenimento delle promesse elettorali del centrodestra. Nel decreto “L’istruzione riparte” vengono stanziati per le scuole medie e per le scuole superiori solo 15 milioni di euro a fronte di un welfare studentesco inesistente.
Nelle legge di stabilità non è incluso nessun fondo aggiuntivo per il diritto allo studio né per la scuola pubblica, mentre vengono stanziati altri fondi per le scuole paritarie.
Inoltre, le politiche europee di austerità, imposte ai Paesi membri, limitano ulteriormente le scelte di investimento in materia d’istruzione. Crediamo in un’Europa che riconosca il diritto all’istruzione come un diritto umano fondamentale e che lo garantisca a tutte e a tutti, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali di partenza, dall’etnia o dalla nazionalità.
Chiediamo con forza una legge nazionale per il diritto allo studio per le scuole superiori, che garantisca da Nord a Sud a tutti gli studenti le stesse possibilità, definisca i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) che ogni Regione deve obbligatoriamente fornire, assicurando per tutti la gratuità dei trasporti scolastici, dei libri di testo e del corredo scolastico, spazi per gli studenti, biblioteche, aule studio e il libero accesso alla cultura.
Chiediamo investimenti che permettano davvero il libero accesso al mondo dell’istruzione: in modo da dare a tutti la possibilità di studiare, combattendo così il crescente abbandono scolastico e azzerando i costi che ogni anno siamo costretti a pagare per poter accedere ad un diritto che la nostra Costituzione ci garantisce e definisce come gratuito”.