IL RUOLO DELLA REGIONE E DELLE COMPARSE LOCALI
– ANCONA – di Fabrizio Saracinelli –
Il Festival del Cinema di Venezia è il secondo più longevo del mondo (dopo l’Oscar nato nel 1929); la prima edizione risale al 1932 e dopo 71 edizioni il bilancio del cinema italiano non è particolarmente roseo. Prima del Leone d’Oro dell’anno scorso al “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi (primo documentario a vincere l’ambito premio a Venezia), che raccoglie interviste e storie di vita reale che si svolgono lungo il Grande Raccordo Anulare di Roma (assolutamente da vedere), c’era stato un buco di 14 anni (Leone d’Oro a “Così ridevano” di Gianni Amelio nel 1998). Gli ultimi anni, quindi, hanno registrato occasioni mancate con registi bravi, internazionalmente riconosciuti, che, seppure accreditati di una facile vittoria, hanno sempre deluso le attese (vedi Bellocchio e Comencini). Anche quest’anno c’erano molte speranze per il film di Mario Martone, “Il giovane favoloso”, con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis e Valerio Binasco. Ha vinto, invece, un film dello svedese Roy Andersson (titolo lunghissimo…) e l’Italia ha mancato sia il Leone d’Oro che la Coppa Volpi come miglior attore ad Elio Germano, fantastico interprete di Giacomo Leopardi. Non ho ancora visto “Il giovane favoloso”, ma ho avuto l’incarico di selezionare tutti i generici e gli interpreti minorenni (tranne il protagonista) del film nella parte girata nelle Marche. E’ stata un’esperienza molto interessante perché, soprattutto nel casting di Recanati, al Teatro Persiani, sono arrivate quasi 1000 comparse e circa 200 minori con caratteristiche fisiche molto vicine a quelle che cercava Martone per tentare di ricreare l’atmosfera degli inizi dell’800. Abbiamo girato per sei settimane tra Osimo, Macerata, Loreto, Filottrano e Recanati tra settembre e ottobre dell’anno scorso. E ho avuto modo, tutti i giorni, di vedere all’opera un grande regista, Martone, ma soprattutto un favoloso attore, Germano, che è riuscito, secondo me, a dare una nuova immagine del grande poeta, umanizzandolo, proiettando una nuova luce su un personaggio che è stato sempre immaginato troppo cupo e triste. Il film è uscito in tutte le sale il 16 ottobre ed invito, almeno per questa volta, tutti i marchigiani a non aspettare il Dvd ma di andare al cinema a godersi lo spettacolo di questa grande opera interamente girata nella nostra regione.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)