LAVORO E DIGNITA’, OTTIMO FILM
– ANCONA – di Alessandro Faralla –
È una parola che leggiamo e sentiamo ogni giorno, fin troppo citata e abusata, a tal punto che la sua stessa forza ed essenza viene svilita. I politici la utilizzano in modo strumentale, come obiettivo da raggiungere, per la nostra Costituzione è invece un diritto fondamentale. Questa parola, il “lavoro” è al centro di “Due giorni, una notte”, l’ultimo film dei fratelli Dardenne, ambientato a Seraing, vicino Liegi, uscito nelle sale l’anno scorso. La protagonista è Sandra – una straordinaria Marion Cotillard, la cui interpretazione le è valsa la nomination agli ultimi Oscar – una donna desiderosa di tornare al proprio lavoro, quello di dipendente in una piccola azienda di pannelli solari, dopo una lunga assenza per curare una depressione. Il proprietario dell’impresa, che nel frattempo ha riorganizzato la struttura aziendale senza di lei, redistribuendo le mansioni fra tutti gli altri dipendenti, propone loro un bonus di 1000 euro ciascuno se accetteranno il licenziamento di Sandra. La prima votazione è ampiamente a favore del bonus. Sara quindi si ritrova disoccupata. Ma grazie all’appoggio dell’amica e collega Juliette ottiene che il referendum, indetto e influenzato nell’esito dalle pressioni del capo dello stabilimento, venga ripetuto il lunedì seguente. Sandra avrà appunto solo due giorni e una notte per salvare il proprio posto e convincere la maggioranza dei colleghi a cambiare idea.
Nonostante un iniziale crollo emotivo, spinta anche dal sostegno del marito, Sandra si incammina sulla strada della difesa della propria vita e dignità. Il suo è un porta a porta a tratti estenuante, con un copione sempre identico, recitato, senza risultare elemosinante, alle persone che dovranno decidere del suo futuro. Ma ognuno ha le sue ragioni, i suoi motivi per difendere la scelta di non rinunciare al bonus. Sandra però riesce a non abbattersi, a non crollare, andando incontro con speranza a quel lunedì del referendum bis, quello che dirà se ne è valsa la pena.
Scritto, diretto e prodotto da Jean-Pierre e Luc Dardenne, “Due giorni, una notte” è un film a tratti straziante, essenziale nella sua resa, perché immortala quanto possa essere cinica una società fondata sugli interessi, dove i cittadini – in teoria con pari diritti – vengono posti in una triste competizione. E dove il lavoro, che dovrebbe qualificare, elevare eticamente, risulta umiliato, svuotato del suo senso profondamente umano, quasi un premio. Un premio affatto semplice da ottenere, in un sistema dove le persone non sono più tali, ma sono pezzi, numeri manovrati da un’economia violenta che non si cura del bene più prezioso, quel capitale umano che ogn’uno di noi possiede, e non esita a sacrificare nel caso del film Sandra, considerata l’ultima ruota del carro aziendale.
Presentato in concorso al 67° Festival di Cannes e candidato a vari festival, il film si è aggiudicato l’European Film Awards 2014 nella categoria “Miglior attrice”, riconoscimento meritatissimo da Marion Cotillard.
Il film è noleggiabile o acquistabile in home video e sui principali siti on-line come IBS e Amazon
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)