TOCCANTE OUTING DI SILVIA SANTILLI
ANCONA – di Alessandra Milzi – “Date parole al vostro dolore altrimenti il vostro cuore si spezza.” Con questa toccante citazione di William Shakespeare in “Macbeth”, Silvia Santilli, autrice di Offagna (AN), ha aperto la presentazione del suo primo libro intitolato “Una strana malattia” (edito da Kimerik), tenutasi il 28 maggio scorso ad Ancona presso la sala Pino Ricci del Palazzo della Regione Marche (piazza Cavour), nell’ambito del progetto di valorizzazione delle scrittrici marchigiane contemporanee, promosso dalla Commissione regionale pari opportunità.
Emozionanti, commoventi, dolorose, ma anche sorprendentemente simpatiche, ironiche, intelligenti e molto istruttive le parole di Silvia Santilli. Con incredibile maestria riesce a scrivere di sé e della sua lunga e severa patologia, che all’improvviso, all’età di 22 anni, nel pieno della sua brillante carriera universitaria, esplode e stravolge la sua vita. La Santilli ci accompagna per mano alla scoperta di quello che per molti può essere un buio e sconosciuto tunnel senza via di uscita e di cui aver paura: la malattia mentale. Che cos’é, come viverla, accettarla, diagnosticarla e curarla? L’autrice passa sapientemente in rassegna gli ancora molti, troppi, pregiudizi nei confronti del malato di mente. Pregiudizi che lo feriscono mortalmente perché, come scrive, “vi assicuro che, sebbene possa riderne, il malato sente sempre almeno due cose: l’amore e la cattiveria” e “le sente, insieme alla sofferenza, in modo amplificato e raramente sbaglia”. Pregiudizi, sofferenza, atteggiamenti cattivi subiti nelle relazioni sociali che spesso portano all’emarginazione. Una situazione che vivono e mal sopportano tantissime persone che soffrono di disurbi pischici.
L’OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che ne soffrono: disturbi mentali, neurologici o del comportamento, e che la gran parte di questi disturbi non siano nè diagnosticati nè trattati. Le patologie neuropsichiatrici sono causa di morte per 1.105.000 persone (anno 2002); in 13 mila casi la principale causa di morte è direttamente correlata alla presenza di disturbi depressivi. Secondo alcune ricerche le persone in condizione di disagio mentale sarebbero invece, secondo le stime più attendibili, oltre 900 milioni, circa il 13% della popolazione mondiale. Complessivamente, le persone in una condizione più o meno grave di sofferenza sono più di un miliardo, cioè un quinto della popolazione globale. Se riportiamo questi dati alla realtà del nostro paese, possiamo avanzare l’ipotesi che circa dieci milioni di italiani soffrano per un disagio o per un disturbo mentale.
Silvia Santilli, nel corso dell’incontro del 28 maggio, ha sottolineato di aver deciso di scrivere questo testo per dare voce a tutti i malati come lei, esortandoli a “non vergognarsi, a non avere paura di un giudizio fondato sul nonsense, e soprattutto ad accettarsi e curarsi nel miglior modo possibile”.
Che cos’é del resto la salute se non l’accettazione della malattia? Chi soffre di malattie psichiche va accettato, capito.
Silvia lotta assieme al suo libro affinché tutti malati mentali possano uscire da quella “condizione non umana di emarginati” dove la nostra società, spesso per ignoranza, li confina. Introduce e conclude non a caso il suo libro citando Karl Jaspers in “Genio e follia”: “Solo chi dispone di una conoscenza viva e diretta della malattia mentale potrà averne piena comprensione e non si deve mai dimenticare che rimarrà sempre un resto inaccessibile, inconoscibile, ciò che il linguaggio comune chiama la follia”.
“Una strana malattia” é un libro che, meglio di qualsiasi testo scientifico che descriva la psicopatologia, può farci capire l’esperienza di vivere la malattia mentale, di come si possa convivere con essa e stare accanto con sensibilità, comprensione e amore ad un malato mentale. Sa inoltre infonderci forza, speranza e valore per la vita.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)