LA PAROLA ALLA PSICOLOGA: COME E PERCHE’ UN GIOVANE VIENE ATTRATTO DAL SUICIDIO
di dott.ssa Gloria Trapanese (Psicologa Clinica)
A seguito dei recenti fatti di cronaca non c’è genitore, insegnante, educatore che non si sia domandato che cosa spinga giovani adolescenti a prendere parte ad un “gioco” così brutale come quello del Blue Whale? Perché i ragazzi sono così attratti dal proibito e dal rischio? Tutto questo è da attribuire ad un abuso della tecnologia?
Che gli adolescenti siano impulsivi e più inclini a correre rischi degli adulti e dei bambini è risaputo. Ogni loro azione è dettata dal gusto della novità e dal desiderio di nuove sensazioni. Tuttavia, non avendo la corteccia frontale ancora del tutto sviluppata, stentano a vedere le cose in prospettiva o a capire le conseguenze dei loro atti. Il comportamento rischioso risulta essere da millenni tipico dell’era adolescenziale, ciò nonostante è doveroso ammettere che il mondo odierno espone ad azzardi particolari, sicuramente maggiori di quanti ve ne siano mai stati in altre epoche. L’aumentato accesso al “rischio” attraverso i media, Internet e Social è comune e fa parte della vita di tutti i ragazzi. Lasciati davanti ad apparecchi elettronici, senza una supervisione di adulti, spesso i ragazzi accedono ad informazioni pericolose e inappropriate che possono indurre a comportamenti imitativi, autolesionistici, in alcuni casi inducendo anche al suicidio, come appreso dai recenti fatti di cronaca.
I giovani oggi sono infatti esposti ad un numero incredibile di distrazioni elettroniche e soggetti ad una serie di nuove influenze. I ragazzi, senza dubbio, possono essere considerati le massime autorità in tema di tecnologia, ma pur essendo i più abili, sono anche i più vulnerabili e fanno fatica a esercitare un controllo cognitivo su situazioni pericolose. Errore comune è infatti quello di ritenere i ragazzi in grado di valutare adeguatamente le situazioni, mentre è bene tenere sempre presente che la capacità di elaborare un giudizio sui costi e benefici di una determinata azione è determinata dall’attività della, già sopra citata, corteccia frontale, regione celebrale, ancora in via di connessione durante la fase adolescenziale. Inoltre, proprio a causa di porzioni di cervello non ancora del tutto sviluppate, si registra una difficoltà da parte degli stessi a riconoscere i propri errori e di apprendere da essi. La gratificazione è alla base dell’impulsività e la reiterazione dei comportamenti a rischio è dettata proprio dalla ricerca di una ulteriore gratificazione. È possibile affermare che i comportamenti adolescenziali, siano tutti basati sull’aspettativa di ricompensa, nonostante il rischio. In aggiunta la tendenza innata del cervello è quella di essere curioso e di voler seguire le nuove informazioni, specie se è proibito farlo.
A fronte di queste caratteristiche tipiche dell’età adolescenziale, come possono gli adulti prevenire tutto questo?
È bene ricordare che gli adolescenti non diventano adulti in un vuoto sociale. Per crescere bene gli adolescenti hanno bisogno di un rapporto vero con gli adulti, fatto di dialogo e della certezza di essere ascoltati. Per costruire un’identità matura, l’adolescente deve avere dei veri interlocutori, capaci di ascoltarlo, ma capaci anche di esprimere dei valori. È importante occuparsi di tenere aperto il dialogo con i ragazzi, esprimendo il proprio pensiero, ma essendo sempre disposti ad ascoltare il loro interlocutore. Un consiglio utile è quello di aiutare i ragazzi a evitare di cedere all’immediatezza e all’emozione delle ricompense e di parlare con loro dei diversi tipi di comportamenti a rischio aiutandoli a visualizzare i rapporti costi e benefici. È importante ricordare che, come oggi vi sono molte più scelte cattive per i ragazzi, così ve ne sono anche molte di più buone ed è necessario che giunga loro un maggior numero di informazioni ed esperienze positive.