RACCONTO BREVE DI MASSIMO CORTESE
ANCONA – di Alessia Diana – “Candidato al Consiglio d’istituto” è il titolo di un racconto breve, scritto dall’anconetano Massimo Cortese, che vi consiglio vivamente di leggere.
In quest’opera l’autore diverte, coinvolge, stimola tutti (ma proprio tutti) a riflettere su un tema quanto mai attuale: l’educazione. E lo fa osando: il racconto (una sorta di monologo interiore) si sviluppa con ironia proponendo vicende al limite tra il reale e il grottesco, in parte autobiografiche in parte no. Uno scrittore che si mette in gioco e convince.
La prospettiva è quella di un padre calato attivamente nelle vicende umane e scolastiche della figlia. Ed è proprio la scuola, con le sue deboli proposte educative ed enormi difficoltà riflettenti un disagio sociale purtroppo evidente, il centro pulsante del racconto.
Tra gli episodi proposti dallo scrittore, ce n’è uno posto quasi a chiusura, da cui vi spingo a partire. La storia di Matteo, uno studente modello di 16 anni; gentile, garbato, morto suicida. Troppo giovane Matteo, morto solo nell’indifferenza di tutti. Matteo era gay. Una stigmata, la sua, per questo Paese, per i suoi compagni e docenti.
Cortese non ci sta e si ribella: parla lui, per una scuola che troppo spesso tace e sta dimenticando di essere la scuola di tutti e non solo di alcuni. Parla, Cortese, e soprattutto scrive. Una serie di lettere in cui auspica un’istituzione creata per abbattere le diversità, le barriere, gli squilibri, non certo per evidenziarli. Una scuola che deve dar voce alla fragilità e sensibilità di ciascuno, alla personalità di individui in crescita che cercano di affermarsi come uomini e comprendere il senso del proprio cammino senza per questo sentirsi rifiutati. Una scuola vigile, non distratta, che combatta attivamente con l’ascolto e la diffusione della cultura tutte le forme di sopruso e bullismo.
È a scuola infatti, oltre che a casa, in famiglia, -sottolinea Cortese – che ci formiamo come individui liberi, capaci di autodeterminarci e contribuire (in forza delle nostre singole e uniche capacità) al benessere collettivo. La scuola torni ad essere un punto di riferimento, a rapire i giovani: stimolandoli, spronandoli, colmando le lacune presenti in ognuno con coraggio, follia e divertimento. Con l’aiuto di genitori attenti, meno egocentrici, che si mettano in discussione e si ribellino, proprio come ha fatto Massimo Cortese.
“Candidato al Consiglio d’istituto” è acquistabile nelle librerie o on line sul sito web: www.edizionimontag.com
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)