articolo di Lucia Moglie, Psicologa psicoterapeuta
Nella preparazione del convegno “Minori violenti: un fenomeno in crescita”, sono nate molte riflessioni di natura psicologica rispetto agli agiti violenti dei ragazzi di oggi, soprattutto nell’intenzione di individuarne possibili cause.
Possiamo partire per esempio ricordando ciò che è avvenuto lo scorso inverno all’Istituto Viola Marchesini di Rovigo, in cui una professoressa è stata colpita con una pistola a pallini durante lo svolgimento delle lezioni ed è stata postata sui social; i ragazzi responsabili di tale atto sono stati successivamente promossi con un bel 9 in condotta e si è successivamente aperto un iter di denunce legali varie.
Tale “premio” alla condotta è stato molto criticato e discusso dalla comunità e dalle istituzioni, poiché è fatto semplicemente passare il messaggio che una violenza e un illecito come quello avvenuto, rimangono impuniti.
Chiudere un occhio su comportamenti di questo tipo significa smettere di incoraggiare i ragazzi a “fare bene”, significa smettere di investire su di loro e di conseguenza non rispettare il loro diritto a non scadere nella mediocrità.
Non dobbiamo mai smettere invece di puntare su di loro, educandoli a essere la versione migliore di loro stessi.
Da ultimo, consentire atti violenti e non rispettosi (Paolo Crepet stesso cita tale fenomeno come skidding) equivale a legittimarli e costituisce quindi un fattore facilitante alla reiterazione degli atti stessi.
Questo ed altri saranno gli spunti di riflessione che gli addetti ai lavori e la cittadinanza tutta potranno ascoltare in ottica di confronto e condivisione al prossimo convegno dell’Associazione Fatto&diritto.
Tutti sono invitati a prendere parte il prossimo 30 novembre in occasione del convegno “Minori violenti: un fenomeno in crescita”.