di AVV. TOMMASO ROSSI (Delegato Marche WWF Italia)
Il fenomeno dei migranti climatici, persone costrette a lasciare le proprie case a causa degli effetti del cambiamento climatico, è diventato una realtà crescente nel Mediterraneo e in tutto il mondo. I migranti climatici non rientrano sempre nelle categorie tradizionali del diritto internazionale sui rifugiati, e la loro protezione rappresenta oggi una delle sfide più urgenti e complesse. La posizione del WWF e di altre organizzazioni ambientaliste sottolinea come sia necessario riconoscere il legame tra il riscaldamento globale e la migrazione, e garantire una tutela giuridica a coloro che sono costretti a spostarsi per ragioni climatiche.
Cause del Fenomeno: Il Riscaldamento del Mediterraneo e le Migrazioni Climatiche
Il Mediterraneo è un “hotspot” climatico, con temperature che aumentano del 20% più velocemente rispetto alla media globale, come evidenzia il Mediterranean Experts on Climate and Environmental Change (MedECC). Questo riscaldamento provoca gravi impatti ambientali e socioeconomici: eventi meteorologici estremi, incendi, desertificazione e innalzamento del livello del mare sono solo alcune delle conseguenze che colpiscono duramente le regioni costiere e interne. Gli ecosistemi locali ne risentono, e agricoltura, pesca e turismo subiscono pesanti perdite, aumentando l’instabilità economica e sociale in diverse aree mediterranee.
Le condizioni di vita diventano insostenibili, soprattutto per le comunità già vulnerabili: scarsità d’acqua, riduzione delle risorse agricole e disastri naturali costringono le persone a lasciare le proprie case, creando nuovi flussi migratori che non sono causati da conflitti, ma dai cambiamenti ambientali. Secondo il WWF, il riscaldamento del Mediterraneo ha il potenziale di dislocare milioni di persone nei prossimi decenni, a meno che non vengano attuati interventi significativi per la mitigazione e l’adattamento.
I Diritti e la Tutela dei Migranti Climatici in Europa
In Europa, il quadro giuridico per la tutela dei migranti climatici è ancora incerto e in evoluzione. La Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951 non include le migrazioni climatiche tra i motivi di protezione, in quanto essa è limitata alle persone che fuggono da persecuzioni dirette. I migranti climatici non sono quindi considerati rifugiati in base al diritto internazionale. Tuttavia, alcuni paesi europei stanno iniziando a considerare casi specifici, soprattutto quando le condizioni climatiche rendono impossibile il ritorno sicuro delle persone nel proprio paese di origine.
Una sentenza significativa è stata emessa dal Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite nel caso Ioane Teitiota contro Nuova Zelanda (2020), dove si afferma che il ritorno di un individuo in un paese minacciato dagli effetti del cambiamento climatico potrebbe costituire una violazione dei diritti umani. Sebbene questa decisione non sia vincolante per i paesi europei, rappresenta un punto di riferimento per giuristi e attivisti.
In Europa, alcuni strumenti giuridici di tutela dei diritti umani possono offrire protezione ai migranti climatici in casi estremi. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha aperto la possibilità di protezione per chi si trova in situazioni di pericolo grave e imminente. Tuttavia, il riconoscimento formale dei migranti climatici come rifugiati richiede una revisione delle normative esistenti.
La Posizione del WWF e le Richieste del Mondo Ambientalista
Il WWF e molte organizzazioni ambientaliste sostengono che sia fondamentale ampliare il concetto di “rifugiato” per includere anche coloro che sono costretti a lasciare il proprio paese a causa degli effetti del cambiamento climatico. Le richieste di protezione dei migranti climatici includono:
1. Riconoscimento legale dei migranti climatici: è necessario creare una nuova categoria giuridica per riconoscere e proteggere chi è costretto a migrare per motivi climatici.
2. Adozione di politiche di asilo ambientale: l’Unione Europea dovrebbe considerare la possibilità di offrire protezione temporanea ai migranti climatici provenienti da aree particolarmente colpite.
3. Fondi per la resilienza e l’adattamento climatico: il WWF sottolinea che la comunità internazionale dovrebbe sostenere finanziariamente i paesi vulnerabili, migliorando la resilienza delle comunità più a rischio e cercando di ridurre la necessità di migrazioni forzate.
Conclusione
I migranti climatici rappresentano una delle più gravi emergenze umanitarie del XXI secolo, poiché il cambiamento climatico intensifica la vulnerabilità di milioni di persone. Il Mediterraneo, con la sua particolare esposizione agli effetti del riscaldamento, è una delle regioni maggiormente coinvolte. Riconoscere giuridicamente i migranti climatici e sviluppare politiche di accoglienza è un passo fondamentale per l’Europa e la comunità internazionale, in linea con una responsabilità etica e ambientale verso chi subisce le conseguenze del cambiamento climatico.
Bibliografia
1. Biermann, F., & Boas, I. “Preparing for a Warmer World: Towards a Global Governance System to Protect Climate Refugees.” Global Environmental Politics, 10(1), 60–88, 2010.
2. UN Human Rights Committee. “Views Adopted by the Committee Under Article 5 (4) of the Optional Protocol, Concerning Communication No. 2728/2016, Ioane Teitiota v. New Zealand.” United Nations, 2020.
3. MedECC. “Climate and Environmental Change in the Mediterranean Basin – Current Situation and Risks for the Future.” First Mediterranean Assessment Report, 2020.
4. WWF Italia. “Migrazioni Climatiche: Il Mediterraneo tra Cambiamento Climatico e Mobilità Umana.” Rapporto WWF, 2022.