Accoglienza e integrazione nel 2013

LA RETE NELLA PROVINCIA DI ANCONA

– Ancona – di Giampaolo Milzi e Martina Marinangeli

4 F&DreteaccoglienzProvAnLa situazione normativa e amministrativa che regola in Italia il sistema di accoglienza per gli stranieri rifugiati, richiedenti asilo politico o che necessitano in genere di protezione internazionale è di per sé molto complicata perché coinvolge con competenze diverse o simili un gran numero di soggetti istituzionali (Questure, Prefetture, enti locali) e di volontariato. Molto difficile, anche e soprattutto per motivi burocratici, ottenere dati e informazioni omogenee. Quello che segue è il quadro che la redazione di Urlo è riuscito a delineare per la provincia di Ancona nel corso di un mese di complicate ricerche.

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CARA

Ad Arcevia esiste dal 2011 l’unico Cara, Centro di accoglienza istituito dal Ministero degli Interni delle Marche deputato prevalentemente ad ospitare i richiedenti asilo politico e al disbrigo delle pratiche che li riguardano. Nell’ottobre scorso aveva in carico circa 80 cittadini stranieri, per lo più provenienti dal porto di Ancona. Si tratta di persone prive di documenti di riconoscimento o che si sono sottratte ai controlli di frontiera. Soggiornano nella struttura Cara, con la libertà di uscire nelle ore diurne, per un periodo di 20-25 giorni. Durante il quale vengono identificate o attendono la definizione delle procedure di riconoscimento dello status di rifugiati.

GUS

A Macerata opera la sede centrale per le Marche del Gruppo umana solidarietà (Gus), una ong italiana che – nell’ambito della rete progettuale e di finanziamento Sprar/Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – in questo 2013 ha organizzato l’alloggio e l’assistenza per oltre un centinaio di stranieri nel territorio della provincia di Ancona, di cui (circa) 35 nel capoluogo regionale, 50 a Jesi, 5 ad Osimo e 15 a Falconara Marittima. Sono sistemati in appartamenti, ricevono vitto, assistenza sanitaria (sono iscritti al servizio sanitario regionale, hanno un medico di base, fanno analisi e controlli medici), frequentano corsi di italiano e di formazione, svolgono attività pratiche di integrazione sociale in collaborazione con circoli e associazioni, vengono seguiti nell’iter burocratico per il riconoscimento della protezione internazionale.

COMUNE DI ANCONA

Attualmente il Comune di Ancona ha in carico 25 uomini nigeriani, sistemati in appartamenti e beneficiari di un completo iter di assistenza e integrazione (rete progetti Sprar) e, tra il 1 gennaio e il 4 novembre scorso si è occupato di 27 stranieri minorenni affidandoli alla comunità casa-famiglia L’Ancora.

PROVINCIA DI ANCONA

La Provincia di Ancona è da anni impegnata nel partecipare ad iter di accoglienza e integrazione a favore degli stranieri che necessitano di protezione internazionale e umanitaria. E a tal fine ha attuato vari progetti nel 2013.

Il Pari ha riguardato e riguarda50 soggetti, con la Provincia capofila di un parterariato comprendente i Comuni di Arceviae di Senigallia, il Circolo Culturale Africa di Ancona , il Gus e il Centro Frantz Fanon di Torino. Il progetto definisce percorsi di riabilitazione e integrazioneriguardanti l’autonomia abitativa, l’inserimento lavorativo, la formazione professionale, l’apprendimento dell’italiano e la riabilitazione psico-sociale.

Il triennio 2011-2013 ha visto inoltre la Provincia partecipare in partnership con il Comune di Jesi al progetto Jesintegra (rete Sprar), gestito dal Gus e rivolto all‘accoglienza di 25 uomini richiedenti protezione internazionale, rifugiati e possessori di protezione umanitaria, di cui 10 sbarcati a Lampedusa. I beneficiari sono stati accolti in strutture abitative autonome a Jesi. Particolare attenzione, da un’equipe di consulenti, all’inclusione sociale e all’autonomia socio/economica. Agli stranieri viene garantito un accesso paritario al sistema dei servizi sociali, scolastici, formativi e sanitari.

Sempre nel periodo 2011-2013 si è rinnovato il progetto “Donne per donne”, gestito dall’Arci, con la Provincia nel ruolo di partner principale. Quindici donne – tra sole con prole, in stato di gravidanza, o che hanno subito tortura o violenza – sono state sistemate in appartamenti nel centro di Chiaravalle. Alle donne e ai figli sono stati garantiti percorsi di studio, formazione e orientamento, culturali e ricreativi a 360°, oltre all’aiuto per il disbrigo delle pratiche burocratiche.

VOLONTARIATO PRIMA RISPOSTA

Nel 2013 circa 80 immigrati irregolari che necessitano protezione sono stati gestiti direttamente da associazioni varie di volontariato e terzo settore. Si tratta di centri di prima accoglienza come La Tenda di Abramo di Falconara Marittima, Un tetto per tutti di Ancona, i centri Caritas.

(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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