LA VIOLENZA IN FAMIGLIA E LE SUE CONSEGUENZE
di dott.ssa Gloria Trapanese (Psicologa Clinica)
La violenza di genere è purtroppo un tema ormai ampiamente trattato e di grandissima attualità, sono molte infatti le trasmissioni tv, gli articoli di giornale, all’interno dei quali si parla di violenza molto spesso legata a femminicidi e stragi familiari.
Il fenomeno della violenza è un fenomeno ampio, complesso, costituito da innumerevoli sfaccettature, per tali ragioni è difficile riuscire ad individuare tutti gli aspetti che possono intervenire a spiegarlo.
Spesso ci si domanda: “ perché un marito e padre di famiglia è violento?” perché agisce violenza sulla moglie? Che cosa spinge questo ad essere cosi aggressivo? Perché queste donne rimangono per così tanti anni intrappolate dentro queste relazioni?”
A questo proposito, prima di addentrarci sulle conseguenze che la Violenza in tutte le sue forme, fisica, sessuale, verbale, psicologica ed economica provoca, risulta importante compiere una precisazione.
Ciò che accomuna gli uomini maltrattanti, è il fortissimo bisogno di questi di avere il PIENO CONTROLLO DELLA PROPRIA VITTIMA e di considerarla un POSSESSO.
Spesso si sente parlare di Tipologie di uomini violenti, nello specifico di 10 tipologie:
– colui che pretende perché tutto gli è dovuto
– il signor “so tutto io”;
-il torturatore freddo, che usa gli strumenti del sarcasmo e delle derisione;
-il sergente istruttore, che esaspera il controllo;
– il “signor sensibile”, fragile e molto esigente sul piano emotivo (“guardi solo tuo figlio, io non esisto più per te…”)
-la vittima (“le donne mi hanno sempre trattato male”)
-il Rambo, aggressivo con tutti;
-il terrorista (“posso arrrivare a ucciderti…”)
Tuttavia la caratteristica chiave di tutte queste tipologie di uomini è il fortissimo Bisogno di controllo.
É facilmente intuibile quindi, che vi siano maggiori probabilità per la donna di subire violenza nel momento in cui la stessa decide si separasi o allontanarsi dal marito, in quanto questa mette in discussione l’idea che l’uomo ha del suo ruolo; la donna infatti si permette in un qualche modo ai suoi occhi di ABBANDONARLO e questo genera senza dubbio in questi uomini sentimenti di umiliazione inaccettabili .
Tuttavia si sente parlare spesso dell’uomo maltrattante, di che cosa muova questi uomini a compiere tali atti e di quali siano le ragioni psicologiche, ma mai abbastanza spesso di quello che questi comportamenti violenti possono generare non solo sulla donna ma anche sui bambini.
Si perché molto spesso, anche se sono bambini non vittime di violenza diretta, sono bambini che hanno assistito alla violenza, ed è importante ricordare che tutte le forme di violenza, da quella verbale a quella psicologica, passando per quella economica, sono tutte di uguale gravità e portano con se delle devastanti conseguenze, anche per chi assiste,come nel caso dei bambini.
Poco noti sono i danni riportati dai bambini spettatori della violenza fisica e sessuale commessa da un genitore contro l’altro, ed ancora quasi del tutto sconosciuti sono i danni prodotti dai “semplici” litigi, quelli cioè privi di grave violenza fisica, che avvengono in molte famiglie.
Non solo vedere la violenza ha un impatto doloroso,confondente e spaventoso per i bambini;
lo ha anche sapere che determinate cose avvengono e constatarne gli effetti vedendo mobili e suppellettili distrutti.
Doloroso, confondente e pauroso è anche percepire la tristezza, il terrore e lo stato di allerta delle vittime, in questo caso le loro madri.
E’ stato dimostrato che anche il solo assistere alla violenza cronica fra genitori può generare nel bambino un disturbo post traumatico da stress.
I bambini possono sviluppare comportamenti adultizzati e d’accudimento verso uno o entrambi i genitori o verso i fratelli minori, e diventare i protettori della vittima.
Possono mettere in atto comportamenti volti a calmare il maltrattante.
Possono imparare a dare ragione all’uno o all’altro genitore a seconda delle circostanze.Possono tentare di difendere la madre ed essere feriti accidentalmente
Anche i bambini molto piccoli esposti al maltrattamento domestico cronico soffrono,dato che non possono contare sui loro genitori per la protezione e la cura. La loro relazione di attaccamento sarà probabilmente danneggiata.
Nel corso dell’adolescenza potrebbero svilupparsi dei comportamenti strettamente connessi alla violenza assistita nel corso dell’infanzia.
I ragazzi potrebbero imparare a credere che la violenza contro le donne sia un modo di comportarsi virile e accettabile.
Le ragazze potrebbero apprendere che l’uso della violenza è normale nelle relazioni affettive e che l’espressione di pensieri, sentimenti, emozioni, opinioni è pericolosa in quanto può scatenare violenza .
Ed è da ricercare proprio all’interno di queste dinamiche le ragioni della vasta diffusione del nuovo fenomeno emergente definito con il termine Teen Dating Diolence, fenomeno della violenza all’interno delle relazioni di coppia tra giovani adolescenti.
E’ importante quindi che le donne imparino a riconoscere le situazioni a rischio. Anche il più piccolo segnale di violenza, deve essere preso in considerazione e interpretato come un messaggio prezioso. Rilevante a questo proposito ricordare alcuni segnali da non sottovalutare e a cui porre particolare attenzione: Controllo del tempo,Controllo del denaro,Controllo degli spazi,Controllo delle Relazioni amicali e familiari, da parte del partner.
Devono inoltre avere consapevolezza che sul loro territorio ci sono strutture in grado di accoglierle, aiutarle, nel percorso di uscita dalla violenza e dove possono trovare assistenza legale e psicologica, come nel caso dei Centri Antiviolenza.
Un uomo violento non cambia con l’amore di una donna.