CD D’ESORDIO DEI DIRTY NAILS
ANCONA – di Giampaolo Milzi – Ah le donne, quelle ammalianti come streghe, quelle che ti strapazzano il cuore e ti fanno soffrire. Le donne come compagne di vita perdute, che ti hanno lasciato per sempre con l’anima in fiamme. Se non ci fossero state queste donne, probabilmente “The day has come”, ep/cd d’esordio completamente autoprodotto della band anconetana Dirty Nails, si sarebbe configurato in modo diverso. Magari legato alle precedenti esperienze multi-genere (dal punk all’harcore, dall’hip hop al rock’n’roll) che hanno alle spalle, grazie alle varie formazioni di cui hanno fatto parte in precedenza, Federico Giungi (voce e chitarra ritmica), Lorenzo Lausdei (chitarra solista), Andrea Paleri (batteria) Raimondo “Oskar” Barrile (basso). Ecco quindi che i quattro hanno stupito molto la scena di quei fan e conoscenti che dall’aprile scorso hanno iniziato a far girare nei loro supporti digitali questo disco che, vista la sua buona dose di originalità stilistica, sarebbe improprio definire genericamente alternative rock. Quattro canzoni, di cui musica e parole, in inglese, sono state create cogliendo gli attimi non del tutto fuggenti in cui malinconia, tristezza, depressione e altre sensazioni dove le tonalità grige prevalgono, e ti riempiono così tanto da farti scoppiare dal punto di vista creativo e compositivo. Loro, i Dirty Nails, le chiamano ballate mininali (in effetti gli arrangiamenti sono curati ma essenziali), definibili anche vere e proprie odi, litanie, dove la voce scandisce testi (scritti da Federico e Lorenzo) cadenzati e lenti per poi salire di tono delineando affermazioni e invocazioni più urlate, permeate di rabbia, supportate dai cori.
I testi dei primi tre brani, il cui minimo comune denominatore è l’amore in genere, soprattutto quello perduto, quello per la donna a volte idealizzata, abbracciano il tessuto sonoro delle chitarre, che si evolvono dall’arpeggio a pennate dure, con un piacevole effetto di osmosi ipnotica. Il tutto sorretto da una ritmica mai barocca, cadenzata e volubile, spesso scarna. Fa eccezione, ma non troppo, per la sua verve psichedelica, la title track “The day has come”, il brano di chiusura, più graffiante e a tratti onirico, che porta la mente verso orizzonti iper spaziali “altri”, dimensioni dove si nascondono riequilibri karmici. Sensazioni, influssi, tendenzialmente psycho e stupefacenti, a ben sentire contaminanti anche nelle altre tracce. “Perché non possiamo negarlo, l’effetto di alcune droghe, in particolare la marijuana, sono ben presenti nel nostro lavoro”, confessa Federico.
Questo mini cd è solo l’inizio dell’avventura musicale dei Dirty Nails, che dal vivo propongono una dozzina di pezzi, una scaletta dove le influenze lisergiche e il contributo delle chitarre emergono maggiormente. Nell’espressione live l’effetto ballata è sovrastato dall’onda dei decibel, vorticosa e maggiormente intrigante, e l’alternative rock del diavolo si materializza pienamente. Come prova il concerto tenuto il 15 maggio scorso di fronte al Borgo Rodi Bar del Pincio, ad Ancona. E come molto probabilmente ribadiranno i prossimi concerti in programma, il 15 luglio sempre ad Ancona allo spa “La Cupa” del rione Posatora e il 9 agosto a Vasto (CH) nella splendida cornice del parco naturale in località Punta Penna.
Per informazioni e ascolti: https://www.facebook.com/dirtynails071/ –
https://soundcloud.com/dirtynails -https://dirtynails.bandcamp.com/releases
(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)