Ancona abbandonata, mappatura su Facebook

TEAM CIVICO PER RECUPERO DELLA CITTA’ IN DISUSO

Ancona – di Giampaolo Milzi –

   Ancona, la storica via Sottomare sbarrata da un cancello

Ancona, la storica via Sottomare sbarrata da un cancello

Ancona città in disuso e in abbandono. Dal punto di vista urbanistico. Una città oscura e priva di senso civico rimossa nella cosiddetta città civile. Un mare di metri quadri e cubi “sommerso” sotto l’oceano di indifferenza e inadeguatezza dei soggetti che ne detengono proprietà e/o possesso, soggetti spesso pubblici (e questa è un’aggravante), e ovviamente privati. Ma a puntare il dito contro questa vergogna che chiama sempre e comunque in causa gli enti locali e la loro colpevole mancata politica di valorizzazione urbanistica di immobili, strade, monumenti, piazze, aree verdi, opere, frequentemente di alto valore storico-architettonico, perfino archeologico, ecco che spunta nel web un gruppo di denuncia costruttiva. E’ il gruppo “Mappatura dell’Abbandono”, appunto. Una decina di persone, per lo più giovani, che da un paio di mesi si sono date una missione da compiere su tre piani d’azione interconnessi: individuare e censire questo tesoro dimenticato e nella maggioranza dei casi in degrado o a forte rischio degrado; sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto le istituzioni e i soggetti competenti sull’impellente necessità di recupero e riutilizzo, anche attuando manifestazioni e blitz di denuncia; proporre soluzioni, aprendo il confronto anche alla cittadinanza più o meno organizzata nell’associazionismo di base.

Ancona, ex asilo in degrado nell’area del Mattatoio
Ancona, ex asilo in degrado nell’area del Mattatoio

L’avvio della campagna sulla pagina comunitaria di Facebook ha raccolto in poche settimane decine e decine di segnalazioni, con fotografie, descrizioni e considerazioni scritte sullo stato delle “vittime”. E si va via via delineando una mappa che, a macchia di Leopardo, non risparmia alcuna zona del capoluogo marchigiano, dal porto e dai rioni del centro storico Guasco-San Pietro e Capodimonte, al Piano, dal quartiere Adriatico alle Grazie-Tavernelle, dalla vasta periferia sud a quella nord, fino al Pinocchio, alle frazioni. Una mappa dove c’è di tutto, di più, oltre gli incubi più oscuri. Impossibile, per ovvi motivi di spazio, fare qui l’ultra-eterogeneo elenco delle “vittime”.
Ovvio che l’sos più allarmante, ai limiti dell’allucinante, si levi dai siti di proprietà pubblica, con gli enti locali in cima alla classifica della lista nera. Ci sono casi meritevoli di apparire su “Striscia la notizia” o su “Le Iene”. Come quelli delle due strade medievali chiuse con cancelli dall’Amministrazione comunale per assurdi motivi “di sicurezza e igiene”: ciò che rimane della suggestiva via Sottomare (parallela di via Della Loggia), candidata stando alle chiacchiere dei politici a tassello importate del progetto “Waterfront” mai salpato; via della Pescheria (che collega via Padre Guido a piazza del Plebiscito), adiacente al Museo della Città, ristrutturata anni fa per rivitalizzare il centro

Ancona, reperti artistici dimenticati nel cadente Salone del Capitolo (ex Convento di San Francesco)
Ancona, reperti artistici dimenticati nel cadente Salone del Capitolo (ex Convento di San Francesco)

storico. Protagoniste di iperboliche contraddizioni e sperperi, in quanto negate ai cittadini. Che dire, poi, del monumento in onore e memoria di Gervasoni e dei suoi prodi, che ricorda un eroico episodio risorgimentale: un obelisco sequestrato, assieme al verde che lo circonda, dalla cintura dei palazzi di via Gervasoni; una zona inaccessibile e in degrado. Un altro pugno nello stomaco della memoria storica collettiva. E ancora, per tirare le orecchie sempre al Comune, l’ex Centrale del Latte a Torrette (vale 2 milioni di euro), l’ex Verrocchio a due passi dalla stazione FS (dove si prevedeva un’autostazione per bus) e l’ex Angelini sulla Flaminia, ecomostro di cemento e amianto. Le tante ex scuole, ultima arrivata l’ex liceo Savoia. L’ex Palaveneto sempre più cadente, l’ex villa dei Mutilatini a Portonovo, Il Salone del Capitolo in cima a via Fanti con all’interno preziose sculture, parte dell’altrettanto chiuso e abbandonato mega complesso dell’ex Convento di San Francesco. E, sempre nel centro storico, l’ex caserma Fazio e l’ex caserma Stamura-convento dei Cappuccini. Tutti condannati ad essere ex per sempre? L’ente Provincia si fa notare in negativo per il giallo prospettive che incombe sull’ex sede ristrutturata in corso Stamira. La Regione? Hai voglia a piangere…. Per carità di patria locale, citiamo solo il gigante ex Assam (3800 metri quadri) in via del Fornetto, l’ex Palazzo del Mutilato (1000 mq) in corso Stamira che ospitava il Consiglio regionale, l’ex ospedale Cardiologico, l’ex Apt in via Thaon Di Revel. Dita puntate contro i privati per l’ex Istituto Fermi, nel centro storico, per la sequela di ex cinema, per la miriade di immobili che vegetano ovunque. Ci sono perfino i Forti storici, come il Garibaldi a

Ancona, l’ex sede dell’Assam chiusa
Ancona, l’ex sede dell’Assam chiusa

Pietralacroce, il Savio a Posatora. Gli immobili del Comune andati invenduti nell’ultima asta coprono 4000 metri quadri. Una goccia nel mare, anche questa. Un mare che il Comune dice da anni di voler mappare, da un pezzo dice che lo sta facendo. Una mappatura, indispensabile, per mille, ovvi motivi. Ora la civica compagnia dello “stop abbandono”, che si riunisce periodicamente alla Casa delle Culture nell’area dell’ex Mattatoio comunale (anche questa al 90% abbandonata) si sta sostituendo al Comune. Un gruppo che ha bisogno di auguri, segnalazioni, idee da tutti. Primo obiettivo: realizzare un portale web da riempire in modo organico e facilmente consultabile con tutto l’info-materiale raccolto dalla rete della pagina Facebook e messo a disposizione anche dal mensile di resistenza giovanile Urlo.

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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