BARRIERE ARCHITETTONICHE, LA MAPPA
ANCONA – di Giampaolo Milzi – Mesi fa le è capitato di restare intrappolata con la sua carrozzina a motore nella ghiaia dell’area panoramica lungo il fianco destro della cattedrale di San Ciriaco. E’ stata soccorsa da due passanti. La mini odissea di cui è stata protagonista la signora Maria Ferraioli, rappresenta uno solo uno dei mille casi dell’odissea generale “barriere architettoniche” che i disabili di vario tipo vivono ad Ancona. In questo Urlo-report ecco le prove di come il grave problema riguardi tanto gli edifici, gli spazi aperti e alcuni servizi di competenza comunale (ce ne siamo occupati in particolare), quanto il settore privato del commercio, del terziario e degli uffici pubblici in genere. Negli ultimi anni qualche passo avanti a livello di abbattimento delle famigerate barriere è stato fatto, ma siamo ancora all’inizio di un percorso risolutivo. Senza contare aspetti paradossali. Un esempio? Piazza Cavour, fresca di rinnovo a suon di milioni. Sul banco degli imputati, la solita ghiaia, costituita da sassolini non proprio “ini”. Esistono i percorsi in gomma dura per i non vedenti. Ma per chi è costretto in carrozzina raggiungere le panchine, per lo più negli angoli della piazza, è un’impresa spesso persa in partenza. Maria Ferraioli: “Io sono fortunata, ho il mezzo elettrico, ma non mi azzardo a provarci, rischio di restare bloccata nella ghiaia”. Ancora peggio per chi ha la carrozzina “a spinta” e magari non ha un accompagnatore. Problemi anche per genitori con bimbo e passeggino. “Inaugurata la piazza, abbiamo fatto presente la questione all’Amministrazione comunale, zero risultati”, sottolinea la signora Ferraioli. Possibile soluzione? Percorsi in gomma anche per chi soffre di disabilità motorie. Ma se piazza Cavour è il purgatorio, il parco del Passetto è un inferno: scalini e scalinate di varia misura in cattive condizioni, stradelli proibitivi; un disabile può solo percorrere in sicurezza la lunga striscia d’asfalto che scende dall’ingresso sul retro del ristorante e arrivare fino alla zona piscine. Neanche l’ombra di uno scivolo nella centralissima piazza Malatesta. Quanto al Parco della Cittadella, ottima la situazione interna. Ma entrarci in santa pace è tutto un altro discorso. La testimonianza di Maria Pia Paolinelli, presidente dell’Aniep provinciale, anche lei costretta in carrozzina: “Il tratto di asfalto per raggiungere il cancello dell’ingresso principale è troppo ripido. Quanto al tunnel che dal piazzale esterno porta all’area interna servita dal bar, il percorso è troppo accidentato”. C’è chi si lamenta anche per la Pineta del Passetto: bene l’accesso con rampe all’ascensore rinnovato, ma per arrivarci c’è di mezzo il solito ostacolo ghiaia.
Capitolo edifici comunali. Maglia nera al palazzo che in via Cialdini ospita gli uffici dell’Urbanistica: scale “a go go”. E ancora, via Trieste, mega-edificio ai civici 24-26: uffici Traffico e Protezione civile, oltre a molti studi professionali, le solite scale, dubbi sul fatto che l’ascensore sia a norma, rispetti cioè i seguenti parametri di legge: porta d’ingresso cm 70 per carrozzella manuale, 80 per elettrica; spazio interno ampiezza 1 metro per 1 metro. Non sarebbero a norma gli ascensori cui si accede dagli ingressi retrostanti le facciate di un atro grande edificio con molti uffici municipali, quello ai civici 37 e 39 di viale della Vittoria. E il Palazzo del Comune in via XXIV Maggio? Nell’ascensore restano incastrate le carrozzine elettriche, un po’ più grandi delle altre; inoltre, secondo i disabili motori, le due stradine laterali asfaltate che portano al piano ingresso sono troppo ripide. Da verificare anche le misure dell’ascensore del Mercato delle Erbe in corso Mazzini. Facciamo un salto all’Anagrafe, in via Piave 10. La signora Paolinelli: “Se devi sottoporti a visita medica, devi recarti ad un ingresso sul retro e arrivare al piano superiore, ma mancano segnalazioni per i disabili”.
Capitolo edifici culturali. Teatro delle Muse: guardaroba al piano terra irraggiungibile causa scale; zero posti riservati ai disabili nell’aula conferenze Foyer. Mole Vanvitelliana: “no problem” per tutti gli spazi al piano terra, anzi, qui c’è l’eccellenza del Museo Statale Tattile Omero; ma per arrivare alla sala mostre al primo piano appena entrati nel cortile sulla destra, occorre servirsi (previa chiamata di un’addetta) di un montacarichi, che, va da sé, non è a norma per i disabili; inoltre, una volta saliti, ecco uno scivolo, ma con pendenza troppo accentuata. Museo della Città: off limits l’ingresso principale in piazza del Plebiscito; ok, si dirà, basta passare dall’ingresso in via Boncompagno (raggiungibile da corso Mazzini), ma in piazza manca un cartello segnaletico su questa opportunità. Informagiovani di piazza Roma: c’è un apparecchio servo-scala, ma non adeguato alle carrozzine a motore. Accolte invece le richieste dei portatori di handicap per la Biblioteca Comunale. Grazie all’impegno dell’assessore Foresi, è stato realizzato un ingresso mirato con ascensore in piazza del Plebiscito, sul fianco di Palazzo Benincasa, vicino all’edicola, dov’è stato predisposto anche un posto auto riservato.
Capitolo marciapiedi. Secondo quanto segnalato da più disabili, buono il bilancio per l’asse corso Garibaldi-viale della Vittoria; ma problemi per mancanza di scivoli nei corsi Stamira e Amendola (solo per fare un paio di esempi) e agli attraversamenti di molti incroci. La situazione peggiora drasticamente in centro storico: barriere architettoniche nella via Giovanni XXIII che porta a San Ciriaco, scivoli sui marciapiedi assenti in moltissimi punti. Più si sale per il Guasco e peggio è, visto anche che alcune strade sono un po’ dissestate: come il selciato e i marciapiedi di piazza Stracca, dove si affaccia Palazzo degli Anziani, nuova sede del Consiglio comunale, e dotato di alcuni uffici. La sezione di Ancona dell’associazione Coscioni segnala inoltre che il sito web del Comune non è leggibile per i non vedenti e che il Comune non si è dotato di un servizio di interpretariato per i sordomuti.
Buio pesto per gli attraversamenti ai semafori, dove sono spariti da anni i segnali acustici (cicaline) per non vedenti e/o ipovedenti.
Note positive per il capitolo autobus. Coberobus ce la sta mettendo tutta. Lo assicura l’ing. Fiori: “Tutti i mezzi sono a norma. Quelli dei percorsi urbani sono dotati di una pedana-ribaltina di solito sulla porta centrale, azionata dall’autista. Le controlliamo una volta l’anno per eventuale manutenzione. Per quelli dei percorsi extraurbani entra in azione un sollevatore ad impianto idraulico”. Già, ma proprio sulle fermate degli extraurbani i disabili esprimono perplessità: il sistema d’accesso facilitato non funzionerebbe sempre a dovere perché il piano ingresso della portiera dei mezzi è troppo alto rispetto a quello delle fermate, appunto. Inoltre alcune fermate non sono proprio accessibili ai disabili. Come quella di largo Casanova, vicina a piazza San Gallo. Inoltre, mancano sulla fiancata dei bus i pulsanti, segnalati da icone, per chiedere l’intervento dell’autista. L’ing. Fiori: “Stiamo predisponendoli su tutti i mezzi nuovi che acquistiamo”.
L’odissea dei disabili è una sorta di “via crucis” per la città che non è di stretta e/o diretta competenza comunale. Molte, troppo, le chiese inaccessibili o accessibili con difficoltà (che fa l’Arcidiocesi?). Quanto a negozi, bar e ristoranti, basta farsi un giro in corso Garibaldi e spina dei corsi. Più o meno, ingressi senza scivoli nel 50% dei casi. Carenza tanto più grave se riguarda, come accade, qualche farmacia. Due casi virtuosi? La libreria Feltrinelli e il nuovo shop di prodotti per casa, corpo, profumi e make-up “Tigotà” (ex Bottega del Caffè). Tuttavia terziario e servizi significa anche banche, sedi di sindacati e associazioni di categoria, uffici pubblici in genere. Anche qui andiamo male. Basta pensare alla Loggia dei Mercanti. E soprattutto al Palazzo RAI, con la sua grande scalinata, un monumento in negativo alle barriere architettoniche ad Ancona. Ci sarebbe ancora molto da scrivere, anche per il settore scuole, citando ad esempio gli scivoli troppo ripidi ai due ingressi delle elementari De Amicis in corso Amendola. Ma concludiamo stigmatizzando l’assenza di rampe e di ascensori, o la presenza di ascensori troppo angusti, in tanti sedi di studi medici e ambulatori.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)