PIANO DI 29 ASSOCIAZIONI PER REALIZZARLO ALL’EX NAUTICO
– ANCONA – di Giampaolo Milzi e Chiara Napoli –
Un comitato che ha sollevato un’onda lunga e propositiva, alimentata dalle idee dei cittadini, per realizzare un grande spazio espositivo capace di dare un contributo concreto ad un sogno di crescente attualità: Ancona finalmente riconnessa in modo virtuoso e interattivo, dal punto vista civile culturale, al suo bimillenario porto storico. Si raccoglie sotto il nome “Comitato Museo del Mare di Ancona”, la rete di 29 associazioni e soggetti collettivi che dal 9 maggio 2013 tenta di coinvolgere in modo fattivo anche enti e istituzioni locali per centrare questo ambizioso ma possibilissimo obiettivo. Che, secondo un progetto di massima messo a punto dal gruppo d’architettura Sunesis e presentato nel giugno 2013, indica nel complesso dell’Istituto Nautico, ormai da tempo in disuso, la sede più adatta per dar vita al Museo. Ad accelerare l’attivismo del Comitato, il piano recentemente varato e finanziato dall’Autorità Portuale (AP) per trasferire proprio nel porto storico il polo crocieristico, previa ristrutturazione e allungamento della zona Banchina 4-Molo Rizzo, ormai non più logisticamente legata ai traffici commerciali.
Decine di migliaia di turisti che si troverebbero a sbarcare e/o ad imbarcarsi a poche decine di metri dall’Arco di Traiano e dell’Arco Clementino. Poco più in là, verso sud, gli scavi del porto romano di età augustea e traianea, l’edificio della Casa del Capitano e la Porta Capoleoni, entrambi medievali. Un’area di altissimo valore storico e archeologico, ancora tutta da valorizzare. Un’area iper strategica del chiacchieratissimo progetto “Watefront”, volto a creare una straordinaria passeggiata, con servizi, lungo tutto l’Ankon (dal greco, gomito): e cioè, partendo da sud, dalla Mole Vanvitelliana, passando per l’Arco di Traiano e continuando in direzione nord fino alla base settecentesca della vecchia lanterna e, ancora, al confine estremo della moderna piccola lanterna rossa (nord). Bene, le ampie strutture dell’Istituto Nautico si trovano nel punto centrale e più antico di questo percorso, a fianco del sito archeologico coi resti dello scalo romano (in parte nascosti proprio sotto le ex strutture scolastiche).
Un progetto terra-mare, in cui la tradizione e la cultura marinara di Ancona tornerebbero pubblicamente a brillare, mai coi piedi per terra, quello architettonico del Comitato. Un work in progress, a seconda dei finanziamenti via via disponibili. Che partirebbe, nelle sue due prime fasi, col riadattamento a scopo espositivo, previa un finanziamento di appena 50mila euro, dell’edificio ex officina del glorioso Nautico, fondato nel 1861. L’ex officina si trova sul fianco destro dell’istituto, del quale potrebbe accogliere la poliedrica collezione (documenti, libri, mappe, cartine, foto, video, modellini di navi, strumenti tecnico-scientifici, attrezzi da lavoro ed altri oggetti) capace, assieme al materiale già raccolto dal Comitato, di raccontare la storica vocazione marittima di Ancona coniugata in una prospettiva presente e futura. Il locale, di circa 1000 metri quadri, potrebbe aprire in tempi stretti i battenti come primo nucleo del Museo del Mare. Che poi – ed ecco il secondo “step” – allargherebbe spazi e funzioni nell’altro immobile di altrettanti 1000 metri quadri presente sul fianco sinistro del Nautico, ovvero l’ex palestra studentesca, di cui il progetto prevede una parziale demolizione per consentire la piena visibilità della Casa del Capitano. Quest’ultimo affascinante edificio del XIII secolo potrebbe essere adibito a front office e ufficio divulgativo e informativo non solo del Museo, ma dell’intera archeo-area retrostante. Area anch’essa interessata da lavori che – sempre nell’ambito del secondo “step”, e grazie a 2 milioni e mezzo complessivi di fondi – migliorerebbero sensibilmente la degradata zona scavi dello scalo storico rendendola pienamente fruibile attraverso la predisposizione di nuovi itinerari. Dalla Casa del Capitano potrebbe essere trasferito nei locali museali il prezioso planetarium con la volta celeste stelllata che storicamente costituiva una guida per i naviganti ed era oggetto di studio per gli allievi del Nautico.
Più ambiziosa e costosa, occorrerebbero altri 5 milioni e mezzo, la terza fase progettuale, per la riconversione polifunzionale a servizio del nucleo museale, del’intero vasto immobile del Nautico: potrebbe ospitare bar, ristoranti, servizi pubblici, desk per approfondimenti tematici, un ostello per viaggiatori, un più ampio e attrezzato infopoint, una sala conferenze. Inoltre, la “torre” centrale del Nautico, potrebbe essere utilizzata come vano per un ascensore capace di trasportare rapidamente i visitatori del Museo su fino alla restrostante via Giovanni XXIII (sulla quale già si affaccia la sua sommità), la strada che conduce alla Cattedrale di San Ciriaco. Alla via potrebbe essere facilmente collegata con una rampa anche la terrazza del Nautico, riconvertita in straordinaria zona panoramica sul mare, il colle Gusco e il centro storico.
Il progetto del Comitato è stato promosso con grande interesse dall’AP che – per una eventuale quarta fase del work in progress – si è detta favorevole a mettere a disposzione il vasto locale più a nord (1000 metri quadri, per lo più inutilizzati) che costituisce il basamento della vecchia Lanterna.
Insomma, in prospettiva, il Museo del Mare – i cui reperti e documenti aumenterebbero via via grazie alle donazioni delle associazioni e imprese commerciali e produttive dei settori di nautica, cantieristica e pesca, costituirebbe una seducente “porta identitaria” per il capoluogo dorico, fiore all’occhiello del nuovo waterfront (purtroppo ancora tutto da progettare ad opera del Comune) e in link con le attività della sede centrale, alla Rocca della Cittadella, della Macroregione Adriatico-Ionica di cui Ancona si è avviata a diventare “capitale”.
L’interesse del Comune al progetto è stato manifestato con convinzione dagli assessori Paolo Marasca (Cultura) e Isa Simonella (Porto). “Il Museo del Mare si farà”, da detto pubblicamente il sindaco Valeria Mancinelli. Senza però specificare dove e – purtroppo – senza indicare eventuali “piste” da battere per reperire almeno una parte delle risorse economiche necessarie per aprire i cantieri. E c’è di più, a complicare in prospettiva la situazione. L’unica idea partorita fino ad ora dall’Amministrazione comunale a proposito dell’intero piano nuovo waterfront è quella per la realizzazione di un parcheggio (250-300 posti) proprio presso la sede dell’ex Nautico candidata dal Comitato a Museo, un parcheggio a servizio della movimentazione di persone che sarà indotta dal nuovo polo crocieristico antistante.
Sul punto il Comitato ha indicato soluzioni alternativa: un’area sosta, se effettivamente necessaria, potrebbe essere facilmente ricavata nella zona d’ingresso semideserta della Fincantieri, previa accordo con la dirigenza d’impresa; o riconvertendo in parking multipiano l’edificio della mensa aziendale, di cui da anni è previsto il passaggio proprietario all’AP. Il sindaco ha però gelato queste controproposte: “Il parcheggio si farà nel sito ex Nautico, abbiamo già un piano fondi”. E le localizzazioni alternative del Comitato? “Che sia il Comitato a sponsorizzarle, anche dal punto finanziario, cercando partner economici”, ha risposto un po’ provocatoriamente.
Per informazioni ed adesioni al Comitato Museo del Mare di Ancona: tel. 339/4356310 (Andrea Mangialardi – Sunesis), 071/2071725 (Marina Turchetti – Laboratorio Culturale), comitatomuseodelmare@gmail.com
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)