di Alessandro Faralla (Responsabile Cultura e Spettacoli F&D)
Svolta epocale accompagnata da alcune più che discutibili restrizioni
Il cambiamento in Arabia Saudita dal punto di vista dei diritti sociali e civili prosegue. Dopo la riforma che permetterà alle donne di guidare un auto (fin ad oggi l’Arabia Saudita è stato l’unico paese doveva vigeva il divieto vero il sesso femminile) un’altra tappa del cambiamento portato avanti da Re Salman riguarda la cultura.
Dopo ben 35 anni cade il divieto sull’apertura della sale. Secondo il ministro della cultura e dell’informazione, Awwad bin Saleh Alawwad le prime sale potrebbero aprire nel mese di marzo. Questo l’annuncio ufficiale. In realtà la costruzione di sale cinematografiche era in atto e il paese recentemente ha ospitato diversi festival cinematografici. “Questo momento rappresenta uno spartiacque nello sviluppo dell’economia culturale nel regno – ha spiegato il ministro Alawwad – . Ci si aspetta che l’Arabia Saudita abbia più di 300 cinema – con oltre 2.000 schermi – in tutto il regno entro il 2030“.
Come avviene per la maggior parte degli spazi pubblici nel regno, le nuove sale cinematografiche manterranno la divisione dei posti per genere o comunque avere una sezione separata per le famiglie fa sapere il ministro.
La regista saudita Haifaa al-Mansour (La bicicletta verde-Wadjda) ha accolto positivamente la svolta. D’altronde come molti cineasti sostenevano da tempo, nell’era del digitale tale restrizione era poco logica.