LEGAMBIENTE CHIEDE REGIME DI PROTEZIONE
– SIROLO (AN) – Un modello di gestione innovativo, in grado di tenere insieme terra e mare, con una discussione matura, proficua e che guardi alle reali esigenze dell’ambiente e del territorio, dei cittadini e degli operatori locali.
Di questo e molto altro si parlerà ne “L’importanza di un’Area Marina Protetta del Conero – Verso Una Nuova Rete Ecologica Mediterranea”, il dossier in fase di elaborazione realizzato da Legambiente con la collaborazione dell’Ente Parco del Conero, che sarà presentato Sabato 10 Giugno a Sirolo in occasione del trentennale del Parco.
I dati emersi dall’anteprima del documento, proprio in occasione del 22 Maggio, la Giornata Mondiale della Biodiversità (International Day of Biological Diversity) proclamata nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per celebrare l’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity), sottolineano quanto sia fondamentale la costituzione della riserva marina, affinché sempre più frequenti siano le iniziative di tutela, di conoscenza didattica e scientifica, di corretta valorizzazione di un patrimonio naturale di inestimabile valore come quello del Conero.
Lo studio infatti, che ha preso in considerazione gli aspetti fisici, biologici e geomorfologici, pone in evidenza la ricchezza della flora e della fauna dell’area, costituite per la maggior parte da organismi con caratteristiche uniche che si sono adattati all’ambiente circostante.
Dopo l’ultimo censimento (effettuato nel 2010), sono state classificate 133 specie animali di cui 6 di anfibi, 26 di rettili, 92 di uccelli tra cui spicca il falco pellegrino e 26 mammiferi; oltre a questa ricchezza, il promontorio è un importante punto di riferimento per le specie migratorie come i falchi pescatori, le cicogne, alcune aquile e varie specie di rondini.
In particolare, tra le specie elencate nel dossier, vi sono: la Aplysina Aerophoba, spugna che spicca per il suo colore giallo brillante, la “Granseola”, il più conosciuto tra i granchi decoratori delle rocce del Conero oppure il Blennius Roxi, una specie mediterranea poco comune in tutta la costa adriatica risulta abbondante nel Conero, dove si è adattata benissimo alla geomorfologia del luogo. Tra le specie a rischio estinzione, invece, troviamo l’Hippocampus guttulatos, comunemente chiamato “cavalluccio di mare”, il Mhitilus edulis, meglio noto come “mosciolo”, e il bellissimo rospo smeraldino, specie oggetto di tutela a livello nazionale ed europea, considerato prossimo alla minaccia per una serie di fattori negativi sul territorio (degrado, siccità, traffico veicolare).
Uno scrigno di bellezza, paesaggi, cultura e vita, dunque, che anche la legge quadro nazionale 394/91 riproponeva tra le aree di reperimento delle aree marine protette, candidando questo tratto di costa rocciosa tra le perle di un patrimonio che il nostro Paese può mostrare con legittimo orgoglio.
Purtroppo però, da allora, la proposta dell’istituzione dell’Area Marina Protetta è rimasta solo sulla carta. Nel frattempo, la continua antropizzazione di ambienti costieri residuali dovuto al fenomeno dello “sprawl urbano”, ovvero la crescita in maniera diffusa e discontinua delle zone periferiche a discapito di suolo libero, e la pratica di livellare la spiaggia mediante mezzi meccanici, hanno deteriorato nel tempo gli ecosistemi naturali, senza considerare che il 60% delle specie viventi e il 77% degli habitat vengono quotidianamente minacciati anche dall’innalzamento delle temperature e dall’eccessivo prelievo delle risorse.
Vista l’importanza che il Conero ha negli areali, la sua posizione strategica potrebbe diventare fondamentale al fine di salvaguardare queste specie animali e vegetali che vivono nel nostro mare, enfatizzando il più possibile il ruolo di quegli elementi che assolvono la funzione di connessione tra le aree naturali di maggiore dimensione e importanza ecologica.
“Riteniamo necessaria l’istituzione dell’Area naturale protetta, di una zona in cui la natura costiera e marina sia conservata nel miglior modo possibile.- dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Una gestione razionale di queste bellezze naturali inestimabili del nostro territorio, infatti, significherebbe molto anche dal punto di vista economico e turistico. Un importante passo avanti nella tutela della preziosa biodiversità e un’occasione per rilanciare e qualificare tutta quanta la regione nel pieno rispetto dei valori ambientali.”
(articolo ricevuto da Legambiente Marche)