MA LO STRUMENTO VA PERFEZIONATO
– ANCONA – di Giannadrea Eroli – Se si confrontano i dati di Ancona con quelli degli altri capoluoghi di provincia, solo Macerata e Pesaro possono dire di aver utilizzato più efficacemente l’Art Bonus. L’Associazione Arena Sferisterio di Macerata ha raccolto 174.500 euro su 6.870.000 di finanziamenti richiesti, di cui 116.000 attraverso una cena della Membership “Cento Mecenati per lo Sferisterio”. Il Comune di Macerata ha invece raccolto 60.000 euro per i Musei di Palazzo Bonaccorsi sui 240.000,00 richiesti. Il Comune di Pesaro ha raccolto 54.500 su 162.737 euro per il riallestimento e la manutenzione della Casa Rossini, proponendo il progetto direttamente alle aziende del territorio. Ascoli Piceno ha presentato progetti per 2.019.900 euro, ma è completamente assente dal portale www.artbonus.gov.it e non ha pubblicato alcuna rendicontazione sulle eventuali donazioni ricevute. Fermo ha solo una pagina del sito del Comune, con un invito generico a donare, senza alcun riferimento a progetti specifici.
Nelle Marche – quarte nella classifica nazionale per il numero di progetti presentati, dopo Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna – i centri che hanno finanziato completamente il numero maggiore di progetti sono stati Jesi, tra l’altro prima città in Italia a finanziare completamente un progetto “Art Bonus”, il restauro della Deposizione del Lotto, con 10 azioni finanziate su 14, e Fano con 11 azioni su 27. In entrambi i centri sono stati proposti progetti con livelli di spesa differenti, compresi tra 170 euro e 17.670 euro: ciò ha reso potenzialmente accessibile lo strumento del credito d’imposta a tutti, garantendo un tasso di successo alto. Di conseguenza nelle due città gli “Art Bonus” hanno guadagnato visibilità ed appetibilità, innescando un meccanismo di partecipazione dalle prospettive molto interessanti. Da segnalare a Recanati il buon esito del progetto per la ristrutturazione della Torre Civica in piazza Leopardi, completato quest’anno, dove si sono reperiti 91.500 euro sui 190.346 richiesti, ricorrendo per il resto ad altri fondi, compresi quelli statali.
Sia a Pesaro che a Macerata, dove l’azione di promozione si è rivolta solo verso soggetti più facoltosi, che a Jesi e a Fano, dove si è prediletta una maggiore accessibilità, si è puntato su una partecipazione ampia se non collettiva, a sottolineare il carattere di investimento sociale che ha il sostegno economico della Cultura e del Patrimonio. Non si finanzia la Cultura solo perché bisogna farlo, lo si fa perché la qualità del luogo dove si vive in questo modo migliora per tutti. Le indicazioni raccolte nelle Marche come nel resto d’Italia indicano indubbiamente che questa è la strada che permette al meccanismo “Art Bonus” di essere più incisivo nel conseguire la conservazione del nostro patrimonio e garantirne una fruibilità maggiore.
Ancona – che, secondo i dati ufficiali, ha ottenuto più Art Bonus di Ascoli Piceno e Fermo – è una città con un patrimonio culturale ingentissimo e in larga parte sommerso, poco valorizzato se non degradato come segnalato più volte da questa testata. Nelle Marche il successo dei progetti si è avuto laddove si è puntato ad allargare il numero base dei potenziali finanziatori, con i Club, con la differenziazione dei livelli di spesa, comunque con operazioni di carattere sociale. Le Amministrazioni in quei casi hanno svolto la funzione di agente lievitante nei confronti delle rispettive comunità, innescando attraverso una corretta informazione ed un coinvolgimento nei progetti, delle dinamiche di partecipazione sociale diffuse. In alcuni Comuni fuori Regione come Prato e Moncalieri si è andati anche oltre: sono stati i cittadini, attraverso sondaggi, ad indicare quali interventi fossero più urgenti e le Amministrazioni hanno deliberato di conseguenza.
Sono passati poco più di 17 mesi dalla pubblicazione della delibera che presentava i primi progetti di “Art Bonus” per Ancona, seguita questa estate dalla seconda. Nel capoluogo regionale, come in tante altre città marchigiane, è necessario rivedere i criteri di selezione e proposizione degli interventi, puntando sui meccanismi partecipativi e di appartenenza.
(Articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile. inchiesta realizzata con la collaborazione del Coordinamento Musei Archivi e Biblioteche delle Marche)
Decreto “Art Bonus”, cos’è e come si usa
DETRAZIONE FISCALE PER BENI CULTURALI
ANCONA – di Gianandrea Ercoli – L’ Art Bonus è una detrazione di credito d’imposta introdotta dall’art. 1del così detto Decreto Cultura (D.L. 31 maggio 2014, n. 83, convertito in L. 29 luglio 2014, n. 106). Il decreto riconosce una detrazione del 65% sull’elargizione effettuata (Art. 1, Comma1, Lettera a), da ripartirsi nei tre periodi d’imposta successivi; il Comma 2 dell’Art.1 determina che le elargizioni che possono godere del credito d’imposta non possano superare il quindici per cento del reddito imponibile delle persone fisiche e degli enti non commerciali e del cinque per mille dei ricavi annui ai soggetti titolari d’impresa. Le donazioni possono essere fatte solo su progetti presentati dalle Amministrazioni pubbliche di ogni tipo: ad esempio enti locali (Comuni, Province, Regioni), le Soprintendenze, i Musei Statali (gli Archeologici Nazionali, le Gallerie, quelli ospitati in rocche e castelli) in possesso del bene o titolari del servizio culturale da finanziare, pubblicati con un bando apposito e notificati al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT). Tali progetti, che possono prevedere più azioni di finanziamento, di solito sono pubblicati in formato cartaceo, sui siti delle amministrazioni che li propongono e, attraverso il MIBACT, sul sito www.artbonus.gov.it, che raccoglie tutti i progetti presentati in Italia. I campi di applicazione di Art Bonus riguardano il restauro di Beni Culturali, gli allestimenti relativi agli stessi, il finanziamento di servizi al pubblico e la produzione di stagioni liriche e sinfoniche. Le donazioni si effettuano solitamente tramite bonifico bancario.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)