PRIMO EP DELLA GIOVANISSIMA BAND
ANCONA – di Giampaolo Milzi – A vederli in alcune foto sembrano proprio una di quelle band “partorite” in una “high school” o in un campus americano. Elegantini, sbarbatelli, facce da bravi ragazzi… ma col diavoletto del rock che li inquieta, li intriga, li ispira, come croce e delizia. Targato Ancona, nato nel 2016, e piacevolmente sorprendente il quintetto As Clouds. Come le nuvole, questi giovanissimi musicisti – formatisi su ascolti di generi diversi, alternati agli studi universitari e liceali – ci propongono il loro primo Ep Cd, che eroga un melodico rock a pioggia, una pioggia mai temporalesca. Gogge, goccioline e goccioloni di suono a volte rarefatti, tali da veicolare un sound foriero di riflessioni ed emozioni “a cuore ed anima aperti”, con sprazzi e aperture di luce.
“My soul”, autoprodotto, è concepito come un concept album: sette brani in cui l’amore viene coniugato e descritto nelle sue diverse sfaccettature – dalle relazioni di coppia a quelle interpersonali e familiari – tra sofferenze, gioie, speranze, esperienze che lasciano un segno da cui imparare. I testi di cinque canzoni sono scritti da Alessio Baldelli (basso) con la rifinitura del cantante Michael Marshall (in parte di origini britanniche). Mentre le parole della traccia 6, “Così difficile”, sono frutto di Rino Castellano (tastiere, sinth, voce aggiunta e cori, grande appassionato di pop italiano), il cui estro evoca un’atmosfera segnata da quelle delusioni passionali che tuttavia ti danno la chance di cambiare il modo di vedere la vita. Un po’ lo stesso “mood” che emerge nella lenta e bellissima “Dark eyes”, dove le note di piano accompagnano l’ascoltatore in un viaggio tra oscurità e filtranti raggi di sole. Ha puntato invece sull’amore fraterno, il chitarrista Luca Pio Consilvio, nel comporre “Wherever you are”, che scorre piano per oltre 5 minuti, con voce e sei corde dominanti in modo soffice. “My soul”, a chiudere la scaletta del disco, mixa spiritualità e sessualità, rockeggiando ritmata in modo molto coinvolgente grazie all’apporto (come negli altri pezzi) del batterista Pietro Ricci.
Evidenti le influenze dei Red Hot Chili Pepper in “Allegedly alive” e “Hei girl!”: la prima è un inno alla resistenza esistenziale nelle fasi d’amore instabili, dal sapore un po’ funky; la seconda esprime, in linea col suo stile, un rapporto sentimentale più grezzo e instabile. “Shooting star”, dall’incipit di chitarra arpeggiata diventa una struggente ballata, struggente e dolorosa, come un amore fallito, tanto da poter portare al suicidio.
Giovanissimi, ma già maturi – per qualità creativa, esecutiva e negli arrangiamenti semplici ma efficaci – gli As Clouds. E sulla rotta giusta per consolidare uno stile ancora più personale e di successo.
“Per contati e ascolti: su Facebook e Youtube “As Clouds”, ascloudsnow@gmail.com, tel. 345/6963472 (Alessio)
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)