NUOVO CD DELLA BAND DI ANCONA
– ANCONA – di Enrico Vianelli – Tornano a gridare i bambini terribili di Ancona. Anche se in questo secondo lavoro la voce del leader carismatico Roberto “Qut” Quercetti ha un tono più suadente e sottile. Continuano invece a urlare come sempre i colpi prodotti dalla batteria di Simone “Sabo” Sabini e le toccate di basso di Nicola Paggi. Quanto a Qut, ugola mutante a parte, resta comunque fedele alle sue spavalde pennate di chitarra. Il “meltin pot” sonoro davvero inusuale e deciso, creato da questo terzetto, ci riporta ad atmosfere hardcore-punk e allo stesso tempo a forti reminiscenze garage ’60. Grazie anche ai tipici riverberi che molti hanno conosciuto ascoltando band come gli americani Fuzztones, tanto per fare un esempio “big”. La varietà di stile, impossibile da incasellare in un genere specifico, sembra strizzare l’occhio anche ad altre influenze, come quelle dei Television di Richard Hell, dei Fugazi o, azzardando, legate a progetti per più schizzati e pazzoidi, tipo quello dei Magic Six. Andando ad analizzare le quattro tracce contenute in questo “Voodoo songs” (prodotto dalla Blackhousexp), ritroviamo con la prima “Flashin’ light” quegli elementi che poi accompagnano anche il resto, ovvero il deciso contrasto fra chitarre carichissime e la voce sorniona di Qut, che inaspettatamente non spinge, ma esige un ascolto più attento e meno facilone, superficiale. Nella successiva “The hill” ecco un granitico “Sabo” che con la sua ritmica sostiene i fraseggi sempre più noise di Qut, costituiti da riff deliberatamente estenuanti. Ma è in “I’m the king” che emerge la vena più innovativa e creativa della band, dove batteria e basso seguono in maniera accurata e fedele il “savoir faire” di Qut, ormai padrone assoluto dei tempi e del suono. Con l’ultima traccia, “Pretty thing”, l’ascoltatore viene fatto a pezzetti con una verve sincopata e uno strano ma ruffianissimo balbettio, trascinanti fin dall’inizio della canzone. Ecco la conferma definitiva di avere a che fare con una band che si è voluta scrollare di dosso fastidiose etichettature e infrastrutture trite e ritrite. Roba troppo pesante per chi, come i Babyscreamers, vuol continuare a fare musica prendendo a martellate il dogma secondo cui occorre sempre e necessariamente dimostrare qualcosa a qualcuno.
Per ascoltare il disco, acquistarlo e altre informazioni:
http://babyscreamersmusic.bandcamp.com/album/babyscreamers –
https://www.youtube.com/watch?v=uibQQj08aK8 –
https://www.facebook.com/Babyscreamers/timeline –
https://www.blackhousexp – tel. 333/3656562 – simone.sabini@gmail.com
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)