Rock & Diritto- “Banco del Mutuo Soccorso”

IN RICORDO DI FRANCESCO DI GIACOMO,STORICA VOCE DEL GRUPPO

di Valentina Copparoni

Punta di diamante del rock progressive italiano (insieme alla Premiata Forneria Marconi e le Orme), il gruppo Banco del Mutuo Soccorso continua oggi ad avere applausi e riconoscimenti di pubblico e critica, anche se  forse più all’estero che in patria.
All’inizio del 2012 si sono festeggiati i 40 anni  dal primo vinile omonimo del BMS, conosciuto come “Il salvadanaio” (per la copertina sagomata a forma di salvadanaio) ed il gruppo ha omaggiato il traguardo raggiunto con un tour dai toni quasi celebrativi (insieme all’ altra formazione storica italiano, Le Orme), un cofanetto in dvd su un concerto filmato nel 1980 da Luigi Faccini durante la tournè dell’album Capolinea e con tanti nuovi progetti per il nuovo album.

Anno 1969, Roma. Qui, per la precisione a Marino, nasce il nocciolo storico del BMS rappresentato dai fratelli Gianni e Vittorio Nocenzi alle tastiere, Mario Achilli alla batteria, Fabrizio Falco al basso, Franco Coletta alla chitarra. Il gruppo si riunisce nella loro personale e particolare sala prove diventata famosa in seguito con il nome di “stalla”. Ed in effetti lo era: una vera e propria stalla ristrutturata e attrezzata perfettamente come dirà lo stesso Vittorio Nocenzi in una intervista “con le mangiatoie piene di amplificatori, distorsori e strumenti musicali invece del fieno per le mucche”.
Con questa formazione il gruppo partecipa con tre canzoni alla compilation “Sound ’70” poi a  Coletta e ad Achilli subentrano Franco Pontecorvi e Claudio Falco. Nasce così il primo vero album, “Donna Plautilla”, ma è con l’arrivo del cantante Francesco Di Giacomo, del chitarrista Marcello Todaro, del bassista Renato D’Angelo e del batterista Pierluigi Calderoni che il Banco di Mutuo Soccorso conosce il definitivo assestamento ed equilibrio.

Gli anni Settanta risentono fortemente in ambito musicale della  volontà di tanti musicisti verso un’evoluzione del rock, di quel rock nato in Usa arricchito però da commistioni  blues fortemente innovative. Dall’Inghilterra poi si inizia a sentire l’eccitamento per una nuova corrente musicale:il progressive.
Il Banco di Mutuo Soccorso ha uno stile proprio, così  unico e diverso da tutto il resto  tanto da far coniare il termine “musica da Banco”. Il gruppo sa afferrare quell’onda forte del rock proveniente da fuori i confini senza però volerla imitare, senza diventare un clone privo di anima e di vitalità proprie, uno di quei tanti cloni che hanno affollato il palcoscenico musicale degli anni Settanta.
La chiave di volta del gruppo è la volontà di  dar vita a  brani con maggiore ricchezza di sonorità, aggiungendo elementi orchestrali che in qualche modo hanno saputo rendere un po’ più “intellettuale” il rock straniero.Una commistione tra musica classica, rock, jazz, musica etnica ed elettronica.
Firmato un contratto con la Ricordi, la band esordisce nel 1972 col 33 giri omonimo  in cui  brani come “R.I.P.”, “Il giardino del mago”, “Io sono libero” e “Darwin” sono tra i più conosciuti.
Quest’ultimo disco fu proclamato da 300 critici americani il miglior disco progressive dell’anno e da allora tutto in discesa, anche nella tanto temuta critica.
Il successo e la riconoscibilità del gruppo sono dati anche dai testi in cui, ancora una volta, il BMS sa esprimersi in modo proprio passando da pensieri privati a temi sociali e d’impegno.
Musica e parole che quando si uniscono davanti al calore del pubblico, nei concerti, creano il meglio. I concerti del Banco del Mutuo Soccorso  sono veri e proprio eventi culturali, spettacoli che riescono a riunire almeno due generazioni: quanti hanno vissuto direttamente gli inizi del gruppo ed hanno potuto respirare  quel vento di aria nuova portato sulle ali del gruppo ed i più giovani che nel tempo si sono affascinati dalla loro musica che, pur nata 40 anni fa,  sa apparire così attuale.
Dopo numerosi successi, negli anni  ’80  Gianni Nocenzi esce dal gruppo e i componenti iniziano anche percorsi da solisti. Il titolo dell’album del 1980, “Capolinea”, sembrerebbe alludere alla conclusione dell’esperienza del BMS che invece  continua nel suo straordinario percorso musicale con successi come  “Moby Dick” , “Paolo Pa” ed il rilancio con il nuovo album, “Il 13” nel 1994.
Nel 1999 il gruppo si arricchisce della presenza di Alessandro Paopotto, fiatista diplomato al conservatorio già membro della band di new progressive “Periferia del Mondo” con il quale si arriva a “No palco”, un album dal vivo per la celebrazione del trentennale della band con la partecipazione di artisti come Eugenio Finardi, Filippo Gatti, Angelo Branduardi, Morgan, Mauro Pagani e tanti altri.

Spesso la musica di questo gruppo viene frettolosamente classificata come “di nicchia” perchè lontana dalle altisonanti classifiche e dalle complesse logiche commerciali, ma forse è la loro quella musica più “vera” in cui ci si  riconosce senza tempo e  senza età.

 

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