MARCHE, SOS DA DUE ASSOCIAZIONI
– ANCONA – di Giampaolo Milzi – Finalmente il 20 giugno scorso, dopo tre anni, la Regione Marche ha approvato le linee guida per l’accesso alla cannabis terapeutica, per l’applicazione della relativa legge regionale 1/2013. “Ma la delibera presenta molte lacune e criticità. A cominciare dall’esclusione negli impieghi terapeutici di molte patologie. – sostengono in una nota Renato Biondini, segretario della cellula di Ancona dell’ass. Luca Coscioni, e Luciano Postacchini, presidente dell’ass. DiSanaPianta. – Alcuni esempi di esclusione: epatite, sindromi di dravet e lennox-gastaut (epilessia farmaco resistente), alcune forme di autismo, malattie della pelle, disturbi alimentari, ansia e depressione, parkinson, alzhaimer, artrite reumatoide. Tutti casi in cui l’effetto della cannabis è riconosciuto in campo medico-scientifico. Come recepito in parte dalla legge regionale e dai regolamenti attuativi – grazie alle sollecitazioni delle due citate associazioni e della mozione presentata in Consiglio regionale dalla consigliera Pergolesi (M5S) – la cannabis è una pianta dalla quale, oltre a sostanze psicoattive come la marijuana e hashish, è possibile derivare prodotti per uso terapeutico legati alle sue proprietà analgesiche, sedative e miorilassanti.Con la cannabis si possono curare dolori da tumore, la Sla, la sclerosi multipla, alcune neuropatie. La cannabispuò essere utile anche alla stimolazione dell’appetito nei pazienti affetti da Aids, alla cura di anoressia e stati d’ansia, delle forme di dolore cronico refrattario di origine reumatologica, del morbo di Crohn, dell’asma bronchiale, del glaucoma e ad alcuni tipi di epilessia resistenti ai farmaci.
Tra le criticità della nuova normativa, evidenziate da Coscioni e Postacchini in un incontro con Fabrizio Volpini, presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale delle Marche, “il fatto che le terapie a base di cannabinoidi siano viste come ultima spiaggia, solo dopo che le terapie convenzionali o gli effetti collaterali delle stesse siano insopportabili”. “Inoltre, dalle segnalazioni pervenute a livello regionale – prosegue la nota stampa – si evince una scarsa propensione, a volte un netto rifiuto, a prescrivere la terapia a base di cannabis da parte dei medici: manca proprio la conoscenza empirica della terapia in questione”. Le associazioni Luca Coscioni e DiSanaPianta invitano quindi con forza gli organismi dell’ente Regione a promuovere e organizzare corsi formativi, incontri e stage che coinvolgano medici di base e specialisti, “i quali nella maggior parte dei casi ignorano le linee guida della legge”. “Linee guida che vanno cambiate anche per il capitolo dosaggi e somministrazione. Anche qui scarsa informazione: non si parla di un min-max prescrivibile, di diversi tipi di assunzione (solo 2 quelli presi in considerazione), né di estratti”.
In accordo con le criticità sopra espresse, la consigliera regionale Pergolesi presenterà un’interrogazione per chiedere al Consiglio regionale di modificare e migliorare le linee guida della legge al fine di poter dare un pieno accesso, in tutte le sue forme, alla cannabis terapeutica ai malati delle Marche.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)