CAPIAMO LE CAUSE E I MODI PER PREVENIRLA
del dottor Giorgio Rossi
La scorsa settimana sono stati segnalati nella nostra Regione, dai sistemi di sorveglianza delle malattie infettive nelle Provincie di Pesaro-Urbino, Ancona e Macerata, altri 4 casi di listeriosi umana che si vanno ad aggiungere a 13 già individuati a partire da maggio 2015.
Le indagini, condotte dall’Agenzia Regionale Sanitaria, dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASUR(Agenzia Sanitaria Unica Regionale) Marche e dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Umbria-Marche e Abruzzo-Molise, hanno permesso di evidenziare che l’aumento dei casi è stato causato da uno specifico ceppo di Listeria isolato nei primi 13 pazienti segnalati. Negli ultimi 4 pazienti le indagini sono ancora in corso per verificare se sono collegati allo stesso ceppo.
Tra i primi 13 pazienti, di età media di 72 anni, tutti già affetti da malattie croniche debilitanti, si sono verificate due vittime,di 77 e 78 anni, nel mese di agosto 2015 nelle provincie di Ancona e Macerata.
Le procedure per rintracciare l’alimento contaminato che funge da veicolo dell’infezione , si sono estese a tutte le filiere alimentari della tipologia di prodotti abitualmente consumati dai due anziani deceduti. Mesi dopo, a fine gennaio 2016 , senza poter stabilire un legame diretto con i due decessi, è stato individuato un alimento a base di carne suina, una coppa di testa, contenente il medesimo ceppo di Listeria tipizzato nelle persone colpite.
A questo risultato, seguiva il comunicato ufficiale del Ministero della Salute del 5 febbraio 2016 in cui si avvisano i consumatori che il prodotto denominato Coppa di Testa della ditta Salumificio Monsano srl sito in Via Toscana, 27, Monsano (AN) è risultato contaminato.
Le Autorità Competenti della Regione Marche, dopo un sopralluogo effettuato presso il salumificio in questione, il 4 febbraio 2016 hanno sospeso, a scopo cautelativo, la vendita non solo della coppa di testa, ma di tutte le tipologie di alimenti, in quanto la listeria contamina l’ambiente e, pertanto, anche gli altri prodotti dello stesso stabilimento potevano essere a rischio.
Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini su altri operatori alimentari potenzialmente collegati alla ditta di Monsano.
La listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria Monocytogenes, generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata tra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti ( tossinfezione alimentare).
Il batterio è ubiquitario, molto diffuso nell’ambiente e si trova comunemente nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione e nelle feci di numerose specie animali, senza che questi mostrino sintomi apparenti. Può contaminare qualunque livello della catena di produzione e consumo degli alimenti. Può crescere e riprodursi a temperature molto variabili da 0 a 45° C, tende a persistere nell’ambiente e quindi essere presente anche in alimenti trasformati, conservati e refrigerati.
Gli alimenti principalmente associati all’infezione da listeriosi comprendono : pesce, carne e verdure crude, latte non pastorizzato, formaggi molli e burro se derivati da latte non pastorizzato, cibi trasformati e preparati ( pronti all’uso) inclusi hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato.
Più raramente le infezioni possono verificarsi attraverso il contatto diretto con animali, persone o ambienti contaminati.
La maggior parte delle persone adulte in buona salute non presenta alcun sintomo dopo il consumo di alimenti contaminati o, quando la contaminazione è molto elevata, può presentare i sintomi della gastroenterite acuta febbrile tipica delle tossinfezioni alimentari, comunque autolimitantesi.
E’ nelle persone anziane , debilitate, immunodepresse per altre patologie preesistenti, che la listeriosi può presentarsi in forme gravi a carattere sistemico come meningiti, encefaliti, gravi setticemie ad esito spesso infausto.
Soprattutto nelle donne in gravidanza può rappresentare un serio problema per le conseguenze che si possono avere sul feto come aborto o nascita del bambino morto, parto prematuro o listeriosi sui nuovi nascituri. Durante la gravidanza, infatti, il cambiamento ormonale causa un aumento della sensibilità del sistema immunitario della madre nei confronti del germe.
Secondo fonti americane , la probabilità che una donna incinta possa ammalarsi di listeriosi è di circa 20 volte superiore a quella degli adulti in salute. E’ stato calcolato che circa un terzo dei casi di listeriosi diagnosticati si verifichino durante la gravidanza. La listeriosi può essere trasmessa al feto attraverso la placenta anche se la madre non mostra nessun segno di malattia.
L’incubazione media è di 3 settimane, ma può prolungarsi anche fino a 70 giorni.
L’infezione si combatte con adeguata terapia con antibiotici ( ampicillina + aminoglicoside o trimetropin-sulfametoxazolo)
La migliore strategia di lotta alla listeriosi passa attraverso una efficacie prevenzione che si può attuare applicando le generali norme di igiene e attenzione previste per tutte le altre tossinfezioni alimentari:
- lavare accuratamente le carni crude come manzo, maiale o pollami;
- lavare accuratamente le verdure prima di mangiarle;
- separare la carne non cotta dalla verdure e dai cibi cotti o quelli già pronti;
- evitare il latte non pastorizzato o certi formaggi a pasta molle e burro da esso derivati;
- evitare di consumare la crosta dei formaggi a pasta molle ( il germe può trovarsi sulla crosta in misura notevolmente superiore rispetto alle parti centrali);
- lavare accuratamente le mani, i coltelli, i taglieri e il piano di lavoro dopo manipolazione e preparazione di cibo crudo;
- mantenere la temperatura del frigorifero entro 4°C e del congelatore sotto i -17°C;
- mantenere i frigorifero pulito , soprattutto da avanzi di carne cruda;
- consumare i prodotti precotti o pronti per il consumo alimentare, appena possibile ;
Dal punto di vista istituzionale, la listeriosi rientra nel gruppo di malattie per le quali sono stati stabiliti, sia negli Stati Uniti che il Europa, reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare con obbligo di denuncia. Queste reti, volte a individuare focolai di infezione e determinarne la causa, permettono di agire sia ritirando i prodotti dal mercato sia adottando le necessarie misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio.