A CURA DI G.BARBONE CONSULENTE DI URLO
Ancona – di Giampaolo Milzi – foto di Silvia Breschi
Lapide Andriolo Mugnadini con stemma
1) Lastra con lo stemma araldico di una nobile famiglia anconetana e la scritta in caratteri gotici che recita in latino “Nel nome di Dio Amen. Anno del Signore 1381. Questo è il sepolcro di Andriolo Mugnadini de Ancona e dei suoi Eredi “. L’opera era originariamente collocata ai piedi del gradini del pulpito della chiesa di San Francesco alle Scale.
2)Lastra con stemma, probabilmente dei Senati
La difficile “lettura” dei caratterini gotici iscritti sulla lastra rende incerta l’identificazione dello scudo araldico, dove compare nella fascia centrale una stella ad otto punte, sormontata da tre gigli. Buone le probabilità, secondo il consulente di Urlo Indiana Jones Team, Giuseppe Barbone, che si tratti del simbolo del blasonato casato anconetano dei Senati. La datazione può rimandare ad un periodo a cavallo tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV.
3)Lapidi con stemma Bartolomeo Scalamonti
Pertinenti al monumento tombale di Bartolomeo di Antonio Scalamonti, del 1508. Dal testo di una lapide (recuperata ma non compare in foto in questa pagina) si può desumere che il sepolcro era originariamente nella Chiesa di S. Agostino, e che fu traslata successivamente nella Chiesa di S. Francesco a cura di Giovanbattista Scalamoniti, Cavaliere di Santo Stefano. L’apparato tombale è completato da altri due stemmi “gemelli” rettangolari e di forma allungata, sempre degli Scalamonti, che affiancavano la lapide. Questi due stemmi sono interpretati in modo particolare, in quantopresentano 10 “cime” (monti stilizzati) anziché 8 sormontate da una croce latina anziché greca. Sopra gli stemmi veri è propri compare un apparato decorativo con una sorta di fiore.
4)Lapide estemma Giovanbattista Grazioli
Lo stemma è riferito al nobile anconetano Giovanbattista Grazioli, morto nel 1614. Uno stemma uguale, sempre in pietra d’Istria, era già stato recuperato e collocato a Palazzo Camerata nel 2008. I due stemmi sono collegati ad altre due opere scultoree a completamento dell’intero apparato tombale di Grazioli, originariamente ubicato nella Chiesa di San Francesco alle Scale.
La prima è una lastra in pietra di Paragone, recuperata il 12 aprile scorso, che nella lunga iscrizione racconta la vita e le gesta di Giovanbattista, tra cui gli 8 mesi trascorsi in catene in quanto catturato dai turchi durante una battaglia navale mentre era al comando di una galera (nave) del Granduca Cosimo di Toscana della famiglia dei Medici, per poi essere liberato su riscatto per iniziativa del Granduca. La seconda è un’altra lastra che fa riferimento allo stesso episodio, in quanto raffigura in bassorilievo un gruppo di prigionieri legati, col capo coperto da turbante, purtroppo questa seconda lastra è ancora chiusa nel Salone del Capitolo del Convento della Chiesa di San Francesco alle Scale.
5)Lastra con stemma Alessandri
Anche questa lastra, di cui manca un pezzo alla base, riporta un simbolo araldico, costituito da un ovale con al centro un leone rampane. Sopra si legge la scritta in latino “Giov(anni) Matteo Alessandri bergamasco e suoi heredi” con la data 1678 in numeri romani. L’opera scultorea appartiene ad un apparato tombale di cui non si conosce la collocazione originaria. Probabilmente un tempo ubicato in una chiesa di Ancona.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)
Di questo altorilievo in marmo, frammentato in diversi pezzi ora ricomposti, si sa che fu scolpito nel 1856 da Pietro Tenerani, artista di notevole livello della prestigiosa scuola romana guidata dal celebre scultore danese Thorvaldsen, di cui fu allievo. Da apprezzare in particolare il modo in cui l’autore ha reso la lunga veste drappeggiata dell’angelo. L’opera, grande circa 1 metro di base per 2 di altezza, manca della testa, di parte di un’ala e di tutta la seconda ala.
7)Lastra Lascari
In pietra grigia, riporta una iscrizione dedicatoria in latino riferita ad Alexios Lascari, consanguineo della famiglia dei Paleologhi, imperatori di Bisanzio. Vi si legge, tra l’altro, che fu un uomo valentissimo nel mestiere delle armi, che istituì l’ospedale annesso alla Chiesa di Sant’Anna dei Greci accollandosene le spese. Datata 1557, forse era in quella chiesa.