ROMA, 5 MAGGIO ’12 – Doppietta ai David di Donatello per “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, che già aveva fatto parlare di sé al festival di Berlino vincendo l’Orso d’oro. Miglior film e migliore regia, ma anche miglior produttore con Grazia Volpi per Kaos Cinematografica.
Gli altri principali premi sono andati, per la migliore sceneggiatura, a Paolo Sorrentino e Umberto Contarello per il film ‘This must be the place’; migliore attrice protagonista è stata giudicata la cinese Zhao Tao per il film ‘Io sono Li’ di Daniele Segre e migliore attore protagonista il francese Michel Piccoli per il film ‘Habemus Papam’ di Nanni Moretti.
Nella sezione di alta sicurezza del carcere di Rebibbia di Roma viene rappresentato il Giulio Cesare di Shakespeare. I protagonisti del film documentario sono proprio loro, i detenuti: i fratelli Taviani documentano le fasi della preparazione e della rappresentazione della piéce teatrale diretta da Fabio Cavalli.
Si parte dalla fine, la rappresentazione e gli applausi commossi del pubblico, per poi tornare indietro alle fasi di preparazione, al casting, alla lavorazione, e al rapporto che si crea tra il regista e gli attori-detenuti. Tutto il film documentario è un continuo passaggio visivo ed emozionale tra la prosa del Cesare deve morire e la vita reale. Dura, aspra, segnata da un passato difficile e doloroso e da un futuro per molti lontano, lontanissimo che vede nel teatro una seconda vita. Una seconda opportunità che, non sempre, il mondo esterno vuole dare a chi ha vissuto al di là delle sbarre.
Un film bello, emozionante, intenso, che aiuterebbe molti a capire come dentro le nostre carceri ci sono persone e non animali, con le loro storie, le ferite, i sogni, le paure. Che meritano rispetto, dignità e diritti.
T.R.