DOPO LUNGO BRACCIO DI FERRO FRA COMUNE E ASSOCIAZIONI
– Falconara Marittima (AN) – di Giampaolo Milzi
Mesi di polemiche al vetriolo, ma ecco che dal comignolo delle ex scuole Lorenzini di Falconara Marittima (AN) esce una fumata grigia con sfumature di bianco ottimismo. Certo, l’edifico del rione Villanova resta vuoto e muto, visto il doloroso sfratto subito il 21 febbraio scorso dalle ultime tre associazioni che resistevano nel braccio di ferro col Comune. E soprattutto afflitto da cronici acciacchi strutturali. Ma l’assessore municipale al Patrimonio, Matteo Astolfi, si lancia in una promessa: “Il Comune non ha fondi per le operazioni di ristrutturazione dell’immobile, ma se si trovano privati o altre associazioni disposti a farsene carico, è intenzionato a non venderlo. Di più: “Ho compiuto dei sopralluoghi alle ex Lorenzini coi tecnici di un’associazione di pubblica assistenza sanitaria che si è detta interessata, si tratta della Blu, che ha chiesto un mutuo per sostenere i lavori”. Una notizia accolta con cautela e critica ironia, da Loris Calcina, presidente dell’Ondaverde, che assieme all’associazione Acchiappasogni e al Comitato di quartiere Villanova si era vista bocciare da Astolfi il progetto autogestito presentato per la virtuosa rinascita di una ex scuola che era diventata un importante centro socio-artistico-culturale. “Astolfi non ci convince perche fino ad ora ci ha sempre osteggiati. Se andrà in porto l’iniziativa della Blu, tratteremo solo con lei per poter riutilizzare parte dei locali per riavviare le nostre attività, così importanti per un rione come quello di Villanova piuttosto abbandonato dalle istituzioni e carente per i servizi”. In definitiva, ora parrebbe trattarsi di una questione di soldi. Lo stabile, molto vecchio, necessita della messa a norma dell’impiantistica e di vari interventi, compresi quelli necessari per eliminare le infiltrazioni d’acqua dal tetto. Servono circa 80-100mila euro, fondi che già alcuni istituti finanziari avrebbero ipotizzato di erogare alla Blu. La Blu potrebbe inoltre ridurre i costi effettuando alcuni lavori in autonomia.
Quanto al lungo, polemico braccio di ferro fra i vecchi “inquilini associati” delle ex Lorenzini e l’Amministrazione comunale, occorre fare un passo indietro. E cioè al 2009, quando – dopo che già dal 2005 le 14 associazioni gestivano inforlmalmente e animavano il centro Lorenzini con le loro iniziative gratuitamente aperte al pubblico – la Giunta comunale ha emesso il bando per sanare la situazione assegnando loro con concessione l’edificio. Concessione che solo tre associazioni avevano accettato però di firmare, proprio perché economicamente impossibilitate a farsi carico delle spese di ristrutturazione. Da lì le prime polemiche, alimentate anche da incomprensioni, lungaggini burocratiche, e da una poco efficace collaborazione tra l’assessorato al Patrimonio e quello alla Cultura (quest’utlimo misteriosamente uscito di scena dopo aver condotto in modo meno rigido le trattative). Con l’assessore Astolfi che contestava al gruppo delle associazioni residenti il mancato pagamento al Comune di decine di migliaia di euro relativi ad utenze e canoni d’affitto pregressi. Riguardo ai canoni, nel 2010 c’era stato un accordo con l’assessorato alla Cultura, con parere favorevole della Giunta: scomputo degli stessi in virtù delle rilevanti attività sociali e ricreative svolte dalle associazioni, che in ogni caso le utenze di quell’anno le avevano pagate. Astolfi: “Se avessimo avuto tutti quei soldi a disposizione li avremmo potuti usare proprio per la manutenzione dell’immobile…”. Sta di fatto che, vista la situazione di stallo, già da molto prima dello sfratto di due mesi fa, era iniziato il volontario esodo delle associazioni “lorenziniane”. Alcuni esempi: l’Iride e l’Isola (corsi e attività tetarali) si erano accasate fuori Falconara; l’Ambasciata dei diritti aveva dovuto stoppare i suoi corsi di italiano per stranieri. A sorregerre la volontà di restare sul posto di Ondaverde, Acchiappasogni e Comitato di quartiere, una petizione popolare di 300 firme. Le tre associazioni, come accennato, avevano chiesto al Comune di poter realizzare alle ex Lorenzini (negli spazi ben agibili a piano terra) un emporio di prodotti a km 0: pane e dolci preconfezionati, latte alla spina, alimentari; e poi quotidiani e riviste. Il ricavato, sarebbe stato devoluto per il risanamento dell’edificio. Progetto considerato impraticabile da Astolfi “’per incompatibilità con la destinazione d’uso dello stesso edificio”. La svolta tendente al positivo il 27 marzo scorso, al termine della riunione congiunta delle commissioni comunali Patrimonio e Cultura, presente per le associazioni Loris Calcina. Fiducioso Astolfi: “Con il nuovo potenziale inquilino Blu siamo disposti a firmare una concessione d’uso di 10 anni, con scomputo del canone d’affitto. La Blu, una volta reperiti i finanziamenti per i lavori, potrà usare anche il giardino per il parcheggio delle ambulanze. E accordarsi con le associazioni sfrattate per ospitarle in parte dei locali rimessi a norma”. L’augurio dei residenti di Villanova e di molti falconaresi è quindi che le ex Lorenzini possano tornare ad essere in tempi accettabili un popolare centro polivalente: con l’Ondaverde di nuovo impegnata in iniziative di sensibilizzazione ambientale e presentazioni di libri, l’Acchiappasogni pronta a coinvolgere i bambini in laboratori ludico-teatrali e il Comitato Villanova in grado di coordinare il cartellone di spettacoli estivi all’aperto.
(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)