IL 24 GENNAIO 1949 NASCEVA JOHN BELUSHI
“I miei personaggi dicono che va bene essere incasinati. La gente non deve necessariamente essere perfetta. Non deve essere intelligentissima. Non deve seguire le regole. Può divertirsi. La maggior parte dei film di oggi fa sentire la gente inadeguata. Io no” (John Belushi)
Risulta quasi impossibile nominare John Belushi senza evocare la figura di Jake Blues, il personaggio protagonista, insieme al fratello Edwood (Dan Aykroyd), del celebre film “Blues Brothers”. Un film del 1980 che è diventato un cult della commedia americana e che ha permesso a John di consacrarsi definitivamente al grande pubblico. E’considerato anche l’apice del suo successo in quanto pochi anni dopo (1982) la sua vita ebbe fine a causa di uno degli eccessi che in quell’ultimo periodo furono una costante per John: la cocaina.
Una vita fatta di alti e bassi che negli ultimi tempi si alternarono cosi freneticamente da rendergli impossibile un minimo di equilibrio. Di origini albanesi, John crebbe nella provincia americana in una famiglia con 2 fratelli Jim (che seguirà la carriera del fratello in quanto è tutt’ora noto attore) e Bobby ed una sorella Marian; verso la fine degli anni ’60 iniziò a seguire le sue passioni, la musica prima e la recitazione poi, riuscendo ad entrare nel 1970 nella troupe di “The Second City” con sedi a Chicago, Toronto e Los Angeles.
Ed è in questo periodo però che inizia l’uso e l’abuso da parte di John Belushi di sostanze come la cocaina che si illudeva lo aiutassero a recitare meglio.
Chi ha collaborato con lui tra cinema e teatro da quel periodo in poi, racconta di un John Belushi impeccabile quando si trovava davanti ad una telecamera o di fronte al pubblico, ma altamente inaffidabile e aggressivo dietro le quinte o fuori dal set.
Un innato talento per la recitazione comica unito alla determinazione nell’affermarsi nello spettacolo portarono Jhon nel giro di pochi anni a successi inaspettati come quando nel 1975 approdò al “Saturday Night Live”, il programma rivoluzionario, in termini televisivi, della commedia americana dove conobbe e collaborò con Dan Aykroyd, formando con lui coppia fissa.
Il 1978 fu l’anno per John della partecipazione al film “Animal House” e della prima comparsa in tv dei “Blues Brothers” durante uno sketch al Saturday Night Live.
Da lì a poco partì il progetto del film che uscì nel 1980, riscuotendo un successo mondiale e che tenne impegnata la coppia Belushi-Aykroyd in concerti, spettacoli teatrali e apparizioni in programmi televisivi per tutto il periodo successivo all’uscita del film.
In questo stesso frangente si inasprirono purtroppo anche i disagi legati ai suoi eccessi, fatti di sostanze stupefacenti ma anche di alcool senza limiti che inevitabilmente segnarono in modo negativo la sua sorprendente carriera.
Il 4 Marzo 1982, dopo aver partecipato ad una festa a Los Angeles, John si chiuse nella sua camera di albergo con la cantante Cathy Smith che gli iniettò per siringa della cocaina lasciandolo addormentarsi sul letto.
La mattina successiva un suo amico lo trovò ancora disteso privo di vita; i soccorsi tentarono in ogni modo di rianimarlo ma il medico legale ne dichiarò il decesso e la successiva autopsia confermò la morte per overdose.
La Smith, rilasciata dopo l’iniziale interrogatorio della polizia, avrebbe dichiarato in via ufficiosa a due reporter di essere responsabile della morte di Belushi per aver tagliato male la partita di cocaina; la notizia fu pubblicata dai giornali e gli inquirenti spostarono l’attenzione verso di lei che nel frattempo era fuggita all’estero per non essere eventualmente incriminata.
Fece ritorno in patria solo nel 1986 patteggiando una condanna di 15 mesi sull’accusa di omicidio colposo involontario e somministrazione di sostanze stupefacenti.
Le notizie di allora parlavano anche di possibili guai giudiziari per i due reporter che avevano pubblicato le rivelazioni sulla Smith per essersi rifiutati di testimoniare al processo contro la cantante.
Una vita quella di John Belushi fatta di eccessi e di forti contraddizioni, due facce di una persona e di un personaggio dalle mille sfaccettature che è diventato un mito, senza essere un meteora.
Dopo la sua morte suonò come un triste presagio una delle sue citazioni preferite: “La scena è il solo posto dove sono consapevole di quanto sto facendo”.