CITTA’ DEL MESSICO, 14 MAGGIO ’13- È stato ucciso a Città del Messico il nipote del famoso attivista politico afroamericano Malcom X, Malcom Shabazz, 29 anni, in circostanze ancora poco chiare. Sembra che l’uomo sia stato ucciso a bastonate in seguito ad una violenta lite scoppiata fuori da un locale, per il mancato pagamento del suo piuttosto salato conto da 1.200 dollari. La Procura fa sapere che per tale fatto sono state tratte in arresto due persone, dipendenti del locale “Palace Club”, rimasti sotto anonimato, che avrebbero dato vita all’aggressione dell’uomo per dargli una lezione in ragione del mancato saldo del conto delle consumazioni, per questo oggi accusate di omicidio e rapina. Qualcuno tra i clienti però sostiene che il ragazzo si sia buttato giù dal secondo piano del locale. Si tratta di una vicenda comunque misteriosa che vede protagonista un personaggio tormentato, che ha avuto un’esistenza piuttosto difficile. Figlio della figlia del noto attivista, Qubilah Shabazz, ha sin dalla sua adolescenza dimostrato difficoltà nel convivere con il peso di una così importante eredità, dimostrando un carattere aggressivo e problematico. Già all’età di 12 anni, nel 1997, aveva dato fuoco alla casa della nonna, incendio in cui la stessa donna perse la vita a causa delle ustioni e per il quale trascorse quattro anni in un centro di detenzione giovanile. A 18 anni ha di nuovo avuto problemi con la giustizia rientrando in prigione per un tentativo di furto e aggressione. Negli ultimi anni però sembrava aver intrapreso la strada della riconciliazione con il suo passato, iniziando a scrivere delle memorie in cui si esprimeva contro la violenza giovanile e girando per il mondo per far conoscere la figura del nonno; stava lavorando anche ad un progetto di lotta allo sfruttamento dei lavoratori clandestini messicani negli Stati Uniti. Un epilogo comunque tragico come lo è stato per il nonno, famoso attivista statunitense a favore dei diritti degli afroamericani e dei diritti umani in genere, assassinato a New York, durante un discorso pubblico a Manhattan, nel febbraio del 1965 per mano di membri dell’organizzazione di cui era stato portavoce, la Nation of Islam.
ALESSIA RONDELLI