UN CRIME-THRILLER POTENTE E VISCERALE CON UN CAST EGREGIO
di Alessandro Faralla (Responsabile Cultura e Spettacoli F&D)
A volte non è male che un film rimanga per diverso tempo nella black list (l’elenco delle migliori sceneggiature che faticano ad essere prodotte).
È il caso di Codice 999, cop-crime diretto da John Hillcoat (Lawless). Il tempo forse aiuta a plasmare meglio storia e ambientazione.
Atlanta, Georgia; una banda di rapinatori composta da poliziotti corrotti ed ex membri di forze speciali è protagonista di una spettacolare rapina. Sembra essere l’ultimo atto di un’attività remunerativa quanto rischiosa; ricattati da un gruppo criminale russo-israeliano saranno costretti a compiere un’ultima operazione, la più difficile.
Per farlo decidono che la strategia migliore sia innescare un 999, il codice usato dalla polizia per segnalare che un agente è stato colpito in azione. Il caos generato al lancio del 999 può rendergli le cose più semplici.
Di semplice però non c’è niente in un ambiente sfuggente e ostile, dove le relazioni sono un labirinto e le armi (non solo come strumento di offesa) a disposizione mutevoli.
La forza, la convinzione di poter gestire le cose sono un’illusione sia per chi crede di condurre il gioco sia per chi vuole uscirne vincitore, e così la realtà prende il sopravvento sulle ambizioni degli uomini.
Qui sta la bravura di Hillcoat: non affretta i tempi, fa si che siano gli eventi a far emergere la narrazione senza rinunciare al pathos e all’energia di un racconto che esprime, senza urla, il peso di un contesto straziante e minaccioso, dove c’è chi si eleva a mostro, chi cerca scorciatoie e chi si adatta, ci convive e cerca di capire facendo il proprio meglio.
Codice 999 è un crime thirller che non enfatizza le situazioni, le osserva e le fa parlare, dandole un ritmo asciutto e vibrante, e mantenendo solidità per l’intera visione.
Il tutto trova la giusta sinergia nel numeroso cast composto da Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Anthony Mackie, Aaron Paul, Norman Reedus, Woody Harrelson e Kate Winslet.
Come in una brillante sinfonia gli interpreti aderiscono con vigore al proprio ruolo risultando credibili come la Winslet, straordinaria nei panni di gerente dell’organizzazione mafiosa. Casey Affleck, si conferma attore capace apportando equilibrio ad un personaggio che poteva risultare debole.
Che dire poi della certezza Woody Harrelson, sempre a proprio agio in profili e atmosfere ambigue e ruvide.