Vale la pena di spendere due parole (forse tre) sulla professione del Notaio, tanto maltrattata quanto sconosciuta, spesso ingiustamente ‘attaccata’ dai mass media, forse anche a causa della carenza di informazione da parte dei Notai troppo spesso non apprezzati, non tanto sul piano personale, quanto soprattutto come Categoria, vista come una casta, ricca di privilegi e povera di contenuti, probabilmente proprio perché pochi sanno come effettivamente si svolge il lavoro e quanto difficile e delicato sia.
Il Notaio di oggi, a differenza della figura distaccata, imponente e sontuosa che lo ha caratterizzato fino a qualche lustro fa, è un professionista moderno, molto preparato, molto aggiornato, titolare di uno studio molto attrezzato tecnologicamente al servizio del cliente, ma, come sopra detto anche dello Stato : la sua prerogativa peculiare è insita nella sua natura di pubblico ufficiale, chiamato al rispetto della più trasparente legalità, nella sua posizione terza nei confronti delle parti. E’ errata l’allocuzione ‘il mio Notaio’ molto diffusa nel gergo corrente: il Notaio è super partes e cura gli interessi di entrambe le parti, nel fermo intento di garantire la legalità dell’operazione, il rispetto della Legge e la certezza del diritto e, conseguentemente di evitare controversie.
Il cliente non si può rendere conto di quanti adempimenti sia chiamato a svolgere e quali siano le nostre responsabilità, per cui nell’immaginario collettivo si è diffusa la convinzione (caldeggiata dai detrattori) che il Notaio legge l’atto (visto come un prodotto prestampato, di facile predisposizione), lo fa firmare e pretende una parcella esorbitante, che, è doveroso dirlo, ma non viene mai detto, è costituita in gran parte dalle imposte incassate per conto dello Stato e versate nelle casse dell’Erario, con responsabilità in solido tra Notaio e cliente quindi anche se questo non le abbia pagate.
Le garanzie che il Notariato offre, però non si fermano alla prestazione notarile: il Notaio è garante della qualità degli atti (che vengono ispezionati ogni biennio dal Capo dell’Archivio Notarile) e della loro ordinata tenuta per tutta la sua vita o fino al suo trasferimento; è garante della puntuale tassazione, della regolare trascrizione o iscrizione degli stessi, del deposito presso la Camera di Commercio degli atti societari, nonché della loro trasmissione all’Ufficio delle Imposte. E’ tenuto a comunicare al Sindaco le vendite di alcuni terreni e al competente Questore (ai fini antimafia) le vendite di terreni e le cessioni di aziende; a controllare (ai fini dell’antiriciclaggio) il pagamento delle somme relative agli atti che stipula. Ma soprattutto il Notaio è chiamato ad un’attività di consulenza, della quale nessun mass media ha mai parlato, del tutto gratuita, che fornisce prima, durante, dopo e spesso al di fuori della stipula, spesso relativamente a complesse situazioni familiari: da molti il Notaio è visto come un ‘confessore’ al quale si può raccontare ogni problema, anche il più intimo, sicuri di avere una parola di conforto, un chiarimento, un aiuto disinteressato perché quasi mai seguito dalla stipula di un atto (spesso sconsigliato per evitare squilibri familiari o spese inutili o che potrebbero provocare più danni che vantaggi al cliente o alla sua famiglia). Ciò è in evidente contrasto con le critiche che vengono mosse da chi accusa i Notai di essere professionisti preoccupati unicamente del lucro conseguente alla loro attività, per molti neanche troppo faticosa. A tal proposito andrebbe fatta un po’ di chiarezza sulle tariffe che sono di gran lunga inferiori a quelle di professionisti simili, ma con meno responsabilità. Si sentono in trasmissioni poco simpatiche cifre del tutto inesatte. Come si diceva prima, al Notaio si versano cifre importanti, ma la maggior parte sono imposte che il Notaio è tenuto ad incassare per conto dello Stato ed a questo versarle.
Una brevissima considerazione sulla tariffa: il Decreto Bersani con le sue tanto sbandierate liberalizzazioni, ha eliminato i limiti tariffari. Per i Notai, effettivamente, un minimo non c’è mai stato, in quanto l’onorario è determinato in misura fissa e la Legge Notarile prevedeva rigorose pene per il discostamento da detta misura in difetto, visto come ben più grave dell’aumento, ai fini della illecita concorrenza. In questo momento c’è molta confusione, proprio a causa di detto Decreto, ma la Corte di Cassazione ha sancito il principio della non derogabilità in difetto della tariffa notarile. E se si pensa un attimo a tale problema si arriva a capire che il Legislatore originario ha voluto con una tariffa fissa omogeneizzare i Notai, indirizzando la clientela a sceglierli non per il risparmio che possono offrire, ma per la qualità della prestazione cui sono tenuti. Sarebbe auspicabile un ritorno a questo principio di uguaglianza nell’applicazione degli onorari. D’altronde il Notaio esplica la sua funzione quale pubblico ufficiale e sembra davvero assurdo che possa essergli lasciata la facoltà di concordare con il cliente la parcella : è un po’ come se trattassimo con il vigile urbano l’entità di una contravvenzione! Fa’ sorridere il solo pensare che un vigile applichi 30 Euro e un altro 40!
Poche volte viene evidenziato lo sforzo di aggiornamento sostenuto dai Notai sia all’interno degli studi, con frequenti acquisti di libri e collane e con i moderni mezzi di comunicazione, sia mediante la formazione, tramite la partecipazione a convegni ed incontri di studio che la Fondazione Nazionale del Notariato, i Distretti e altri Enti prestigiosi organizzano frequentemente e che costituiscono insostituibile strumento di aggiornamento, ma anche per riflessioni e scambi di opinioni particolarmente fruttuose per lo svolgimento della nostra professione. Legato alla formazione è l’obbligo di conseguire un determinato punteggio ogni due anni pena un poco simpatico procedimento disciplinare avanti la Commissione Regionale di Disciplina, organo di disciplina interno al nostro ordinamento, istituita con Decreto Legislativo 1° agosto 2006 n. 249, unico organo competente per l’applicazione delle sanzioni disciplinari che va a sostituire le competenze del Consiglio Notarile e del Tribunale. Sebbene possa sembrar una soluzione favorevole al Notariato, come da taluni si è sentito, per i quali sarebbe nata per ‘lavare in casa i panni sporchi del Notariato’ o peggio ancora per ‘coprire’ i singoli Notai, la Commissione si è dimostrata uno strumento molto pesante nell’esame dei comportamenti notarili, ben più attenta e ben più severa della Giustizia ordinaria, alla quale, prima, erano demandate le manchevolezze dei Notai, spesso esaminate senza la dovuta attenzione o quanto meno sottovalutate.
Interessanti innovazioni hanno riguardato la formazione, la disciplina e l’accesso : va però detto che il concorso come attualmente strutturato non sembra del tutto confacente ad una completa verifica della preparazione e della qualità del candidato: sarebbe auspicabile un ben più lungo tempo di specializzazione, anticipato da un esame di ammissione, da svolgere presso una Scuola del Notariato istituita presso il Distretto Notarile di ciascun capoluogo di Regione o altrove, se più facilmente raggiungibile, con obbligo di frequenza certificato dal Notaio sotto la sua personale responsabilità e di superamento di esami periodici – pena l’esclusione – e di un esame orale finale, avanti una Commissione simile a quella attuale, anche se sarebbe sufficiente un minor numero di membri. Ictu oculi può sembrare un allungamento dei tempi per il candidato, ma al contrario, se si considera la pratica notarile (18 mesi), il tempo di attesa per il bando, le prove scritte, la loro correzione, la prova orale e l’emanazione del Decreto di Nomina, ammesso che il candidato superi le prove al primo tentativo, i cinque anni sono più o meno necessari; peraltro, il candidato volenteroso e determinato, che effettivamente si applichi e studi approfonditamente, frequenti lo studio notarile e superi tutti gli esami, avrebbe più certezza di successo di quanto oggi non ne offra il concorso nella sua attuale strutturazione. Vediamo troppo spesso tanti giovani bravissimi che, per emotività, per impossibilità di concentrazione (anche causata dall’enorme confusione provocata dai numerosissimi candidati nel luogo ove si tengono le prove) e quant’altro possa essere determinato anche dal proprio carattere, non riescono a superare l’esame che, così come è strutturato, richiede uno sforzo eccessivo. Probabilmente, con questa formula si potrebbe più facilmente coprire il numero dei posti come recentemente aumentato e si potrebbe monitorare dall’inizio alla fine del corso la preparazione dei futuri Notai e garantire, conseguentemente, la qualità della preparazione e della formazione dei nostri giovani, che, a mio modesto avviso, sarebbero così molto più motivati di quanto non lo siano oggi, iniziando una strada che sanno quando comincia ma non sanno quando finisce, ammesso che finisca positivamente, con lo spauracchio di dover, dopo vari anni di sforzi e di costi, ripiegare su altre strade, se non si supera il concorso.
In conclusione, possiamo affermare che il Notariato è ancora un baluardo, forse l’ultimo, di legalità, di correttezza e di serietà professionale, che merita rispetto e riconoscenza: il nostro sistema ci è stato ‘copiato’ da molti paesi in espansione, tra cui il Canada, la Cina, l’India, la Russia e la Croazia, in quanto riconosciuto il più idoneo a garantire l’applicazione ed il rispetto della Legge con conseguente mancanza pressoché totale di controversie, lunghe e costose tra le parti. Speriamo che il Notariato Italiano possa ricevere la stessa considerazione, smentendo il famoso latinetto nemo profeta in patria! Speriamo possa essere ben conosciuto dalla gente comune che arriva ad apprezzare il Notaio solo quando è costretta a servirsi delle sue prestazioni, ma soprattutto speriamo che i mass media parlino del Notariato solo dopo essersi profondamente documentati, evitando di dare del Notariato un’immagine diversa da quella reale.
Grazie per la pazienza usatami e, se vi ho annoiato, non me ne vogliate.
DOTT. STEFANO SABATINI (Notaio)