Colpo al Made in Italy:libero commercio all’olio tunisino

ANALIZZIAMO LA LEGGE DELL’EUROPARLAMENTO

 di dott.ssa Amii Caporaletti

E’ ufficiale, con 500 voti favorevoli, 7 contrari e 42 astenuti, è stata approvata dall’Europarlamento una legge che consentirà il libero commercio dell’olio tunisino nell’ambito della Comunità Europea, senza il sostenimento, da parte del paese africano, di dazi doganali. Fino al 31.12.2017 la Tunisia potrà dunque esportare in favore dell’UE un totale di 70 mila tonnellate di olio d’oliva.

Tuttavia, l’intervento legislativo in favore della Tunisia ha suscitato numerose polemiche, soprattutto di carattere nazionale.

A tal proposito giova infatti precisare come l’Italia, insieme alla Spagna, abbia per anni detenuto il primato in Europa per la produzione ed il commercio di olio extravergine di oliva, primato che con la predetta normativa subirà senza ombra di dubbio, un duro colpo.

Le polemiche provengono soprattutto dalle associazioni di categoria e dalla Coldiretti, la quale ha chiarito come questa legge sia pericolosa non solo per la penisola italiana ma per i consumatori europei. I rischi ravvisabili sono essenzialmente due: da un lato l’agevolazione riscontrata dalla Tunisia nel commercio dell’olio comporterà un danno economico ingente per l’Italia, essendo il mercato dell’olio, come già chiarito, un mercato dove la penisola italiana ha sempre eccelso, dall’altro il rischio è costituito dal probabile e sensibile aumento delle frodi commerciali. Basterà cambiare l’etichetta all’olio di provenienza tunisina e spacciarlo per olio italiano, per indurre i consumatori in errore.

Tuttavia, sarebbe sbagliato sostenere che la “faccenda” dell’olio tunisino sia nuova per la Comunità Europea. Le 35.000 tonnellate che verranno annualmente importate nell’ambito del territorio europeo si aggiungeranno infatti alle 56.700 tonnellate che erano già previste nell”ambito di un accordo risalente al 1995 firmato tra l’UE e la Tunisia.

Ciò detto, il primo interrogativo che viene naturale porsi è: Perché l’Europa ha deciso di agevolare e facilitare il commercio dell’olio di produzione tunisina?

La principale motivazione è quella di aiutare il paese africano ( l’unico paese arabo in cui è ancora presente una democrazia) a risollevare le proprie sorti economiche peggiorate a seguito dell’attentato di matrice jihadista avvenuto nel museo del Bardo a Tunisi. A seguito del predetto attentato infatti, la Tunisia ha registrato un grosso calo di turisti, subendo a livello economico conseguenze drammatiche.

Sostanzialmente, dunque, il popolo europeo è diviso tra coloro che vogliono difendere ed aiutare la Tunisia e coloro che invece incolpano gli organismi comunitari di voler, ancora una volta, sacrificare l’economia italiana per scopi non propriamente umanitari.

E’ tuttavia necessario chiarire che, nonostante l’Italia sia il primo paese in Europa ad importare l’olio extravergine di oliva, in realtà è anche tra i primi importatori di olio di oliva e di olio di sansa proveniente proprio dalla Tunisia. Tale importazione viene realizzata dal paese italiano già da tempo, ed è risultata necessaria per garantire e mantenere il commercio di olio di oliva italiano.

Il nostro Paese ha infatti registrato negli ultimi anni notevoli cali di produzione di olio, cali che sono stati causati prevalentemente da squilibri climatici.

La stessa Coldiretti ha dichiarato come già nel 2014 la produzione sia scesa in maniera drammatica arrivando ad una produzione di circa 300 tonnellate di olio, a fronte dei 500 prodotti negli anni precedenti.

Il compito della Comunità è dunque quello di armonizzare al meglio gli interessi dei paesi che ne fanno parte, e su questa via Italia e Spagna, hanno richiesto all’UE garanzie volte a tutelare le produzioni nazionali.

Pertanto, le cautele assicurate dall’UE sono : l’introduzione di una clausola che permetta comunque di ricostruire la provenienza dell’olio tunisino, per far si che l’olio tunisino sia effettivamente prodotto nel paese africano, ed evitare truffe agroalimentari volte ad aggirare la legge sulla liberalità dei dazi, valutare annualmente l’impatto, a livello economico sui paesi come Italia e Spagna, e l’incidenza della commercializzazione dell’olio nell’ambito dei singoli stati, con la promessa che, laddove ciò comprometta l’economia dei paesi europei, la comunità rivedrà la legge.

L’ulteriore garanzia assicurata e richiesta fermamente dai parlamentari italiani e non solo, è infine quella relativa alla durata della predetta liberalizzazione, che come già anticipato non dovrà superare il 31.12.2017.

A livello di etichette, e di tutela del consumatore cosa cambia? L’olio italiano è l’olio per eccellenza “extravergine d’oliva”, mentre l’olio di provenienza tunisina riporterà l’etichetta “olio di oliva”.

Nonostante gli organismi comunitari sostengano la mancanza di pericoli per l’economia italiana, le associazioni di categoria non ci stanno. La Coldiretti ha già precisato che un azienda italiana su tre verrà pesantemente danneggiata dalla predetta legge e che evitare le frodi già aumentate negli ultimi anni sarà pressoché impossibile.

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