L’ANALISI DELLA PROPOSTA DI LEGGE ALLO STUDIO TRA CAMERA E SENATO
di dott.ssa Letizia Bongelli
È ancora in corso di esame in commissione al Senato della Repubblica, la proposta di legge per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo. Il testo è infatti tornato al Senato, che l’aveva già approvato, dopo le modifiche apportate dall’Aula della Camera dei Deputati a Montecitorio.
Attraverso tale legge non si vuole solo correggere i comportamenti sbagliati, persecutori messi in atto da giovanissimi a danno di coetanei in condizioni di maggiore fragilità, ma si vuole segnare una nuova fase nella consapevolezza di ciò che significa persecuzione reiterata con ogni mezzo.
E l’aggiunta del prefisso cyber non è casuale, perché con l’esplosione dei social il fenomeno del bullismo è diventato gigantesco e capillare e riguarda persone di tutte le età sfiorando o incrociando pesantemente anche il reato di stalking (previsto sull’articolo 612-bis c.p.) o di sexting, quella commistione di sesso e persecuzione, che colpisce soprattutto le donne, ma non solo e con l’aggravante del controllo ossessivo praticato su Facebook, Instagram, Whatsapp e tutte le altre piattaforme, che le connessioni web permettono in ogni momento.
Proprio per tali ragioni, la legge prevede per lo stalking informatico o telematico un’aggravante specifica che comporta la reclusione da 1 a 6 anni.
La proposta di legge è stata pensata inizialmente per gli adolescenti, ma l’attacco alla serenità delle persone con atti di prevaricazione è materia penale e civile che riguarda la vita di tutti, indipendentemente dall’età. Con gli smartphone siamo tutti reperibili h24 e dunque tutti potenziali vittime di bulli e stalker.
Il bullismo è infatti un fenomeno che nuoce al singolo ed alla società in modi devastanti, sfavorisce lo sviluppo sociale ed economico ed alimenta l’aggressività e la criminalità ed è pertanto necessario prevenirlo e combatterlo, oltre che prevedere un adeguato sistema di tutele a favore delle ormai numerosissime vittime di episodi di bullismo.
Atti di bullismo possono configurare diverse fattispecie di reati:
percosse (art. 581 codice penale) o lesioni se lasciano tracce-conseguenze più o meno gravi (artt. 582 e ss cod. pen.);
danneggiamento (art. 635 cod. pen.);
ingiuria se a tu per tu o diffamazione se di fronte ad altri (art. 594 e art. 595 cod. pen.);
minaccia (art. 612 cod. pen.);
molestia o disturbo alle persone (art. 660 cod. pen.)
Il più delle volte il bullismo viola sia la legge penale che quella civile (danno ingiusto, volontario o non intenzionale, alla persona o alle cose), e quindi può dar vita a due diverse tipologie di processo ed al diritto al risarcimento dei danni subiti.
Passando ad analizzare più nel dettaglio il fenomeno e la tutela prevista dal nostro ordinamento, novità fondamentale che verrà introdotta con la nuova legge in corso di approvazione è l’introduzione per la prima volta nel nostro sistema giuridico di una puntuale definizione legislativa di bullismo e cyberbullismo.
Il bullismo viene infatti definitivo come l’aggressione o la molestia ripetuta a danno di una vittima in grado di provocarle ansia, isolarla o emarginarla attraverso vessazioni, pressioni, violenze fisiche o psicologiche, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni.
Nel caso in cui tali atti si realizzino con strumenti informatici ci troviamo invece di fronte all’ipotesi di bullismo telematico.
Data l’enorme diffusione del fenomeno, sia all’interno delle scuole che al di fuori, viene inoltre introdotto un inasprimento delle pene applicabili ai bulli, rafforzando l’attuale aggravante prevista per gli atti persecutori on line e punendo lo stalker informatico con la reclusione da uno a sei anni e analoga pena varrà se il reato è commesso con scambio di identità, divulgazione di dati sensibili, diffusione di registrazioni di fatti di violenza o minaccia.
È prevista inoltre la confisca obbligatoria di cellulari, tablet o pc in caso di condanna.
Qualora il reato non sia procedibile d’ufficio ed a condizione che non vi sia querela, il bullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori e se l’ammonito è un minorenne, il questore lo convocherà insieme a un genitore.
Qualora tale ammonimento cada nel vuoto, la pena verrà conseguentemente aumentata.
Inoltre, a tutela delle vittime di cyber bullismo, è prevista la possibilità di chiedere al titolare del trattamento, al gestore del sito internet o del social media di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete e, ove non provveda entro 48 ore, la possibilità di rivolgersi al Garante della privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore.
Altra novità introdotta al fine di contrastare il bullismo nelle scuole è la figura del “Prof Anti Bullo”. Verrà individuato tra i professori di ogni istituto un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyber bullismo mentre al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per l’autore.
Da ultimo ed allontanandosi un attimo dagli aspetti strettamente giuridici, merita sottolineare l’aspetto psicologico di tali condotte. Essere chiamati con soprannomi antipatici in modo ripetitivo e canzonatorio, ricevere insulti o minacce, essere presi a calci e pugni, venire molestati fisicamente, essere forzati a donare soldi o proprietà personali, venire derisi per la propria religione, il colore della pelle, la sessualità, la disabilità, lo status sociale, essere ignorati o emarginati, provocano conseguenze molto più gravi di quanto si possa immaginare. Le vittime del bullismo diventano significativamente più vulnerabili a sviluppare problemi psicosomatici e psicosociali rispetto ai loro coetanei. Proprio per questo bisogna insegnare ai bambini il coraggio di chiedere aiuto, l’empatia verso gli altri e a rispettare i loro sentimenti. Ed è proprio per questo che è importante informare ed informarsi con consapevolezza, parlarne dentro e fuori le mura domestiche, in particolar modo in ambiente scolastico.