LO SCANDALO ALLA FIFA NON SPOSTA BLATTER DAL GOVERNO MONDIALE DEL CALCIO
di avv. Tommaso Rossi (Studio Legale Rossi-Papa-Copparoni)
Sette dirigenti arrestati, quattordici persone indagati dall’FBI americana e l’inizio di una battaglia politica ed economica, che per ora però ha visto resistere imperterrito il padrone mondiale del calcio Joseph SEP Blatter. In ballo l’edizione del Mondiale 2026, dopo quelle già assegnate tra mille polemiche alla Russia (2018) e al Quatar (2022), quest’ultima vero e proprio scintilla che ha dato fuoco alle polveri tra USA e FIFA.
In ballo per l’edizione 2026 ci sono proprio gli Stati Uniti, che si scontreranno con due mercati calcistico-finanziari in enorme (numericamente non certo qualitativamente) espansione, come India e Cina. E le ultime assegnazioni, oltre che gli arresti di questi giorni tra tintinnio di manette e tinttinar di mazzette, insegnano come Sep Blatter sia oltremodo sensibile al fascino dei milioni che provengono dai nuovi mercati.
Stati Uniti con la Major League Soccer da un lato, la Indian Super League, sostenuta dalle multinazionali indiane con l’appoggio di grandi società europee come Atletico Madrid e Manchester City e la Chinese Super League dall’altro, con la forza politica del colosso orientale che tenta nel frattempo di espandersi nei maggiori club europei (vedi Milan).
Si parla di un giro di affari di circa 7 miliari di euro, mica parliamo di sport e gloria…
Gli USA hanno il dente avvelenato contro la FIFA dopo la sconfitta con il Quatar (votazioni avvenute nel 2010 per il mondiale 2022), che ha originato sin da subito tesi cospirazioniste su presunte tangenti versate per indirizzare il voto dei delegati dei Paesi in espansione soprattutto . Da queste accuse la Fifa ha deciso di svolgere un’inchiesta interna, volta a chiarire una volta per tutte le modalità di assegnazione del Mondiale al Qatar. Nel novembre scorso, concluse le indagini, la Fifa ha confermato i mondiali in Russia e Qatar, archiviando un rapporto di 350 pagine stilato dal capo degli inquirenti, l’americano Michael Garcia che si è dissociato dalle conclusioni cui è giunta la FIFA. Dal rapporto di Garcia nasce l’inchiesta odierna, nei due filoni seguiti dalla FBI e dalla Procura federale svizzera: le autorità americane accusano i membri FIFA di frode, riciclaggio e corruzione per fatti risalenti agli ultimi vent’anni, mentre le indagini elvetiche si concentrano sulle presunte tangenti legate all’assegnazione dei Mondiali alla Russia per il 2018 e al Qatar nel 2022. Si parla di oltre cento milioni di dollari, girati nel corso di questi ultimi anni. Sotto inchiesta ci sono elementi di spicco della Concacaf e della Conmebol, massime istituzioni “pallonare” dell’America Settentrionale e del Sudamerica. In manette Eugenio Figueredo, numero uno della Conmebol ed ex vicepresidente della Fifa, Jeffrey Webb, vicepresidente del comitato esecutivo Fifa, Eduardo Li della federazione della Costa Rica e Jack Warner della federazione di Trinidad e Tobago. Coinvolti nell’inchiesta anche grossi manager del marketing sportivo, con accuse di corruzione e riciclaggio legate alle inchieste sugli accordi per i diritti televisivi e marketing.
Blatter ha preso sin da subito le distanze e mantenuto ferma la sua posizione in vista delle elezioni tenutesi il 29 maggio, forte della quasi certezza dei numeri dalla sua parte. Quasi certezza che si è trasformata in assoluta certezza del successo, dopo la prima votazione (quando occorrevano i 2/3 dei voti per essere eletti), quando il suo unico competitor rimasto in corsa- il principe giordano Ali Bin Al Hussein- ha ritirato la sua candidatura in vista della certa sconfitta che avrebbe riportato alla seconda votazione.
Nei giorni precedenti aveva ritirato la candidatura l’ex calciatore Luis Figo, denunciando un “potere assoluto” detenuto da Blatter e il malaffare che circola all’interno della Fifa.
Platini ha cercato di orientare il voto della UEFA contro Blatter, scatenando una guerra senza numeri che lo ha visto unico grande sconfitto nelle elezioni FIFA . Vero è che, fino a che l’Uefa- che è certamente la federazione qualitativamente (non numericamente) più influente- non trova un candidato di peso disposto a metterci la faccia contro il monarca assoluto Sep Blatter, sarà dura destituire quest’uomo che ha avvelenato lo sport più bello del mondo rendendolo schiavo del denaro e del potere.
E in tutto questo i poveri amanti dello sport, spettatori inermi di questo teatro della vergogna, non possono far altro che restare muti in attesa dell’inizio del prossimo atto.
Quando luci e colori mascherati da gol e campioni illumineranno la scena, facendo calare il sipario sulle mille vergogne che hanno reso il calcio lo sport più sporco del mondo.