Cosa fare per poter celebrare al meglio la Giornata mondiale dell’ambiente

di Dott.ssa LAURA FRANCESCHI (Scienze e Tecnologie dell’ambiente e del territorio Università Bicocca di Milano)

imagesSabato 5 giugno in più di 100 Paesi del mondo si è celebrata la Giornata mondiale dell’ambiente, essa è stata introdotta per la prima volta nel 1974 dalle Nazione Unite. Lo slogan della prima edizione era “Only one Earth”, mentre l’intento ufficioso era quello di sensibilizzare il mondo alla tutela del Pianeta.

 

La quarantasettesima edizione

Insieme al “World Earth Day”, la Giornata mondiale dell’ambiente ha, da qualche anno a questa parte, lo scopo di sensibilizzare la popolazione mondiale circa i temi di protezione e di salvaguardia della Terra, costringendola a riflettere su quale sia l’impatto dell’impronta antropica sul Pianeta blu.

Non a caso, il titolo scelto per questa quarantasettesima edizione è: “Reimagine. Recreate. Restore”. Sono stati usati tre verbi programmatici che suonano come una vera e propria chiamata alle armiIl tempo che ci resta per agire è pochissimo, basti pensare che durante la prima Giornata mondiale dell’ambiente l’overshoot day, ossia il giorno in cui la Terra esaurisce tutte le risorse annuali disponibili, era fissato per il 27 novembre mentre l’ANSA stima che nel 2021 l’overshoot day sarà raggiunto circa intorno al 29 luglio. Ma c’è un dato che è ancor più preoccupante e che ci riguarda da vicino: se tutta l’umanità consumasse tante risorse quante ne consumano gli italiani la data dell’overshoot day sarebbe anticipata al 13 maggio!

Agire bene per fare del bene all’ambiente

Si stima che attualmente l’ambiente sia esposto a due pericoli principali: la perdita di biodiversità e il riscaldamento climatico.

Le possibili conseguenze della perdita di biodiversità sono già note. In particolare, gli strumenti che possono essere adottati per combatterla sono sia di tipo indiretto che di tipo diretto. Tuttavia, mentre gli interventi diretti sono principalmente costituiti da leggi e da norme in grado di conservare direttamente le specie e gli ecosistemi, quelli indiretti hanno l’obiettivo di ridurre le influenze negative esercitate dai fattori di perdita della biodiversità. Annoveriamo tra gli interventi indiretti il controllo delle emissioni di sostanze inquinanti e la tutela della qualità delle acque, del suolo e dell’aria.

Per quanto riguarda il riscaldamento climatico è bene specificare come l’innalzamento delle temperature sia un evento reale e ormai chiaramente percepibile. Infatti, secondo i dati raccolti dagli scienziati del Goddard Institute for Space Studies (GISS), la temperatura media globale nel 2020 è stata di 1,02 gradi Celsius più calda della media di riferimento 1951-1980 e di oltre 1,2 gradi Celsius più alta dei dati della fine del XIX secolo. Per gli scienziati, alla base del cambiamento climatico vi è l’aumento delle emissioni di gas serra. Dati attestano che la concentrazione di CO2 sia cresciuta nell’ultimo decennio di 2,2 ppm ogni anno e i modelli prevedono che, all’attuale tasso di emissione, si potranno raggiungere le 570 ppm prima della fine di questo secolo. A tali concentrazioni atmosferiche di COa far paura non dovrebbe essere solo il riscaldamento climatico ma anche tutte le sue conseguenze. Infatti, elevati tassi di anidride carbonica in atmosfera potrebbero generare una serie di problematiche ben più gravi dal punto di vista sociale come, ad esempio, l’impossibilità di garantire ai più la sicurezza alimentare.

Quindi, quale occasione migliore della giornata mondiale dell’ambiente per riflettere su quali siano le azioni semplici ma concrete che possono contribuire a far stare meglio il nostro pianeta?

Le “need-five”

Se con “big five” si sono indicate le cinque estinzioni considerate di massa dovute a eventi catastrofici, con “need five” si vuole indicare quanto è, almeno, necessario fare nell’immediatezza per evitare nuove catastrofi ambientali.

Azione numero 1: evitare l’introduzione sul territorio di specie alloctone, cioè originarie di altre aree geografiche che rappresentano spesso un grave pericolo per le specie nostrane.
Infatti, è stato valutato che circa 
il 20% dei casi di estinzione di uccelli e mammiferi è da attribuirsi all’azione diretta di animali introdotti dall’uomo. Ad esempio la tartaruga palustre americana (Trachemys scripta) tra la fine degli anni Novanta e inizio degli anni duemila è stata massivamente importata nel nostro paese a scopo ornamentale e poiché moltissimi esemplari sono stati abbandonati in natura, la piccola yankee è entrata in competizione per le risorse con la testuggine palustre europea (Emys orbicularis) infliggendo una grava battuta d’arresto alla sua diffusione.

Azione numero 2: evitare la distruzione e la degradazione degli habitat.
È necessario tener conto del fatto che, come recita un antico proverbio amerindio, 
abbiamo ricevuto la Terra non in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli e per questo è bene cercare di ridurre al minimo ogni tipo di modificazione inflitta a ciò che ci circonda. Alcune delle iniziative che fanno capo a questa azione sono piuttosto semplici e possono essere: non gettare i rifiuti a terra o evitare l’uso della plastica monouso.

Azione numero 3: usare mezzi di trasporto quanto più possibile ecologici.
Il 
12% delle emissioni totali di COè imputabile al settore dei trasporti su strada. Si tratta di prodotti derivanti dalla combustione di benzina e gasolio e ben il sessanta per cento di questi proviene dal viaggio dei passeggeri (auto, moto e autobus). Propendere per l’utilizzo della bici e rendere le città più sicure e fruibili per questo tipo di mezzidi trasporto potrebbe davvero fare la differenza. Tra le realtà che si impegnano a tale scopo ci piace citare il neonato comitato “Parco Ciclistico del Conero” che, non solo diffonde la cultura delle due ruote ecologiche, ma che vuole farne anche un veicolo di promozione turistica.

Azione numero 4: tenere d’occhio l’impatto dell’industria alimentare.
Agricoltura, silvicoltura e allevamento rappresentano ben il 18,4% delle emissioni totali di CO2Esiste una serie di buone pratiche da poter mettere in atto quando si parla di alimentazione e ambiente: dai cibi a km 0 alla riduzione del consumo di carneUn articolo pubblicato nel 2017 su Nature mostra chiaramente quale sia l’impronta ecologica che lasciamo ogni qualvolta decidiamo cosa portare a tavola. 

Azione numero 5: l’ultima azione utile a preservare l’ambiente è quella forse la più difficile. Occorre essere sempre gentili.
Come diceva Esopo 
“Per quanto piccolo, nessun atto di gentilezza è sprecato.”. Essere gentili, soprattutto nell’esporre le proprie posizioni e convinzioni circa i temi ambientali, potrebbe essere l’arma vincente per convincere chi è ancora scettico su certi argomenti.

La gentilezza ha tutte le potenzialità per essere il mezzo che, facendo del bene all’ambiente, conduce al cambiamento.

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