LAVORO, REGOLE E COSCIENZE
– CANNES – di Alessandro Faralla –
“La legge del mercato”, di Stéphane Brizé, presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, racconta lo straniamento di chi perde il posto di lavoro ad un’età ancora giovane, focalizzandosi sulle difficoltà del reinserimento in un mondo occupazionale sempre più caratterizzato da illusioni e speranze.
Questa è anche la storia di Thierry (Vincet Lindon), un 51enne francese, operaio disoccupato a causa della delocalizzazione della sua azienda. Thierry ha passato l’ultimo anno e mezzo facendo corsi di formazione proposti dagli uffici di collocamento e colloqui via Skype. E’ un uomo volenteroso che si impegna per far proseguire gli studi al brillante figlio disabile. Finalmente trova un’occupazione come addetto alla sicurezza in un iper mercato. Thierry si troverà ad osservare colleghi e clienti in difficoltà economiche compiere piccoli furti: chi sottrae buoni pasto, chi la spesa la paga ma poi mette in tasca qualche altro bene perché non ha denaro per comprarlo. Il protagonista dovrà mostrarsi inflessibile e deciso nello svolgere la sua mansione.
Con “La legge del mercato”, Brizè realizza un film dov’è la realtà a farsi cinema, il linguaggio è frammentato, titubante, così come lo sono le vite spezzate di questi uomini. Anche la messa in scena sembra non regalare una via d’uscita a Thierry, con piani sequenze schiacciati, compressi, quasi angusti. Il volto di Thierry è catturato per la maggior parte del tempo di profilo o di spalle, con lo sguardo per lo più basso, come a voler in qualche modo eludere una realtà grigia.
Senza retoriche ed eccessi, “La legge del mercato” è una rappresentazione semplice e cruda di un sistema, di una società che gioca con le vite delle famiglie e con la dignità delle persone, dando vita ad un triste meccanismo. Un meccanismo – come nel caso del lavoro di Thierry – dove figure disagiate si trovano a dover giudicare e punire con fermezza altri simili. Le domande sono: fino a che punto un uomo come Thierry riuscirà a mostrarsi caparbio, lucido e freddo a fronte di situazioni e dinamiche dal gusto acido e nauseante; a quale vera legge darà ascolto, quella della propria coscienza o quella appunto del mercato?
La calzante interpretazione di Vincet Lindon, unico attore professionista – gli altri sono tutti interpreti che nella vita svolgono mestieri diversi – è stata premiata con la palma di miglior attore a Cannes 2015.
Il film è acquistabile o noleggiabile in DVD e Blu-ray.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)